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29 agosto 2013

L'"abolizione" dell'IMU

L'abolizione dell'IMU, effettuata mediante la sua sostituzione con la Service Tax, è l'ennesimo cedimento ai ricatti di Berlusconi e una sostanziale presa per i fondelli per i cittadini, che espone i Comuni a ulteriori gravi difficoltà, ed elimina infine l'unica imposta che, sicuramente e doverosamente molto da migliorare, presentava comunque caratteri di patrimonialità.
Redistribuzione dell'imposizione fiscale in senso progressivo (interrompendo l'abuso iniquo della tassazione indiretta di questi anni), imposta patrimoniale sulle grandi rendite finanziarie e reali, contrasto serio, e non amnistie, nei confronti dell'evasione e dell'elusione fiscale: questi gli interventi necessari, nel segno dell'equità e del rilancio della crescita (e che non pare proprio possano essere nelle corde di questo governo).

24 aprile 2013

Verso il governo Letta...

Ok che probabilmente, stante le posizioni dei vari partiti, in primis gli equilibri interni al PD rivelatisi e l'impossibilità di qualsiasi forma di intesa coi grillini, soluzioni positive realistiche al problema del governo dopo le elezioni non ce ne erano. Ma ciò che si prospetta, un governo Letta riedizione più politica dell'esperienza Monti, con dentro gente tra le più impresentabili degli ultimi dieci anni, e inoltre secondo i desiderata di Napolitano senza vincoli di tempo e di mandato, è l'ennesima dimostrazione che può continuare ad andare sempre peggio.
E per SEL, buon viso a oggettivo cattivo gioco, adesso coerenza e coraggio, opposizione e impegno per la ricostruzione della sinistra.
Ora pensiamo al 25 Aprile.

23 aprile 2013

Il risultato delle regionali in Friuli Venezia Giulia

Premessa la non eccessiva stima politica per la Serracchiani, personaggio balzato agli onori della cronaca in modo alquanto mediatico, e subito immediatamente accodatasi, all'epoca, prima nell'area franceschiniana, quindi continuando a barcamenarsi sempre in vista tra i presunti rinnovatori del PD in nome di non si bene quali qualità e credenziali, soddisfazione comunque per l'esito del voto in Friuli Venezia Giulia, niente affatto scontato dopo i casini degli ultimi giorni.
E soddisfazione in specie per il risultato locale di SEL (a proposito, splendido Svoboda Ekologija Levica!): pur con tutte le peculiarità locali di un voto per le regionali, nel giro di neanche due mesi dalle elezioni del 24 e 25 febbraio, a fronte di un calo impressionante e disastroso dell'affluenza al voto, che si è tradotto in clamorose perdite di voti reali di lista per tutti i maggiori partiti (PD 70mila voti in meno, PDL -55mila, Lega Nord -15mila, M5S -150mila! - e qualcosa tutto ciò significa), Sinistra Ecologia e Libertà, nel suo piccolo, è riuscita a riconfermare per intero tutti i propri voti, segno che qualcosa di buono in queste settimane è stato fatto, e si è riusciti a trasmetterlo.

19 aprile 2013

Dimissioni di Bersani e disastro del centrosinistra, a caldo

A caldo.
Senza parole per commentare i tanti nel PD che in questi due mesi hanno lavorato per meri interessi correntizi, giocando (in larga compagnia, trasversale in molti partiti) con le sorti del Paese e portando allo spettacolo indecente e al disastro di questi giorni.
Ai tanti compagni e amici democratici, di cuore: questa storia è finita. E' ora di voltare pagina, riconoscere gli errori fatti in questi anni (tutti, non mi escludo), e costruire assieme finalmente una Sinistra utile per l'Italia.

29 marzo 2013

L'unica ormai è che "zompi" il PD

Preso atto del prevedibile fallimento dell'incarico affidato a Bersani, in attesa di sapere di che morte morire.
Ormai, l'unica speranza rimasta, alla luce del frondismo e della palese "tiepidità" dimostrata da gran parte del PD nei confronti del tentativo del segretario, e molto ben disposti, al contrario, a ipotesi post-montiane e di larghe intese, è che a questo punto il Partito Democratico salti, facendo finalmente ognuno le proprie scelte. Sarebbe devastante, ma sarebbe l'unica soluzione affinché a sinistra, con SEL (preso atto anche dei fortissimi limiti, sull'orlo del fallimento, anche da noi dimostrati), si rimetta in giro qualcosa, con qualche idea chiara e una massa critica minima adeguata.
Ostano però il non eccessivo coraggio politico dimostrato spesso dai "giovani turchi", il dovere chiaramente rimettere in discussione 15 anni di linea politica, e soprattutto il riflesso condizionato dell'unitarismo forzato che ancora pervade la base, anche di fronte a strade palesemente fallimentari.

28 marzo 2013

L'occasione sprecata dal M5S

Avevano la possibilità di giocare, nei mesi da qui alle prossime inevitabili elezioni, da una posizione di assoluta forza, di essere gli aghi della bilancia, tenere materialmente per le palle il governo ed essere i veri domini della situazione. Senza nulla da perdere, che avrebbero avuto buon gioco a rivendicare tutti gli eventuali risultati positivi di un governo varato con il loro appoggio esterno.
Pur di non "sporcarsi" in alcun modo le mani, spalancano ora invece la strada al ritorno di una resuscitata destra berlusconiana, che nelle "larghe intese" trovano oggi l'unica strada per rimettersi in gioco.
Complimenti per il senso politico dimostrato dai parlamentari del M5S. Che questo non sia il gioco di Grillo e Casaleggio lo si era capito, ma dai "portavoce" eletti qualcosina di più ci si aspettava. Poi certo, se le punte di diamante che riescono a esprimere sono personaggi arroganti e incompetenti come Crimi e la Lombardi, buoni solo a ripetere a pappagallo le direttive che gli arrivano dall'alto, non c'è in effetti molto da stupirsi.

Ora comunque aspettiamo gli sviluppi. Al momento, le soluzioni che si prospettano appaiono inaccettabili e suicide per ciò che rimane della sinistra. Se verranno proposte soluzioni di larghe intese, con un ruolo di primo piano delle destre, siano esse montiane o berlusconiane, che SEL batta un colpo, e si tiri indietro da questo gioo al massacro. E che magari anche la parte migliore del PD, preso atto del fallimento di Bersani, abbia il coraggio di assumere posizione contraria, assumendosi le responsabilità di ciò che, all'interno del PD, ciò inevitabilmente comporterà.

16 marzo 2013

Auguri alla compagna Boldrini! Sull'elezione dei presidenti delle Camere

"Il mio pensiero va a chi ha perduto certezze e speranze. Abbiamo l'obbligo di fare una battaglia vera contro la povertà, e non contro i poveri: dobbiamo garantirli uno a uno. Quest'Aula dovrà ascoltare la sofferenza sociale. Dovremo farci carico dell'umiliazione delle donne uccise da violenza travestita da amore. Dovremo stare accanto ai detenuti che vicono in condizioni disumane e degradanti. Dovremo dare strumenti a chi ha perso il lavoro o non lo ha mai trovato, a chi rischia di perdere la Cig, ai cosiddetti esodati, che nessuno di noi ha dimenticato. Ai tanti imprenditori che costituiscono una risorsa essenziale per l'economia italiana e che oggi sono schiacciati dal peso della crisi, alle vittime del terremoto e a chi subisce gli effetti della scarsa cura del nostro territorio [...] Un saluto anche alle istituzioni internazionali e - permettetemi - anche un pensiero per i molti, troppi volti senza nome che il nostro Mediterraneo custodisce."
Grande soddisfazione per l'elezione della compagna Laura Boldrini alla presidenza della Camera dei Deputati. Quantomeno questo, e per quel che potrà durare.

Nel complesso dell'elezione dei presidenti delle Camere, indubbiamente la scelta di presentare la Boldrini e Grasso anziché Franceschini e la Finocchiaro, personaggi che anche personalmente digerisco assai male, è stata saggia. Poi i numeri al Senato li conosciamo tutti, vediamo quello uscirà fuori. Certo, se in nome del presunto "sono tutti uguali", i grillini finiranno per favorire un'eventuale rielezione di Schifani, si qualificano da soli.
Sarebbe opportuno o condivisibile in linea di principio che il centrosinistra non abbia entrambe le presidenze? Alla luce del risicatissimo risultato elettorale, indubbiamente sì. Solo che su ciò si potrebbe ragionare se si avesse un Parlamento normale, in cui fosse possibile il dialogo. Mentre diventa impossibile quando il M5S rifiuta aprioristicamente ogni confronto politico, sul merito appunto dei candidati, e per contro sbrodolerebbe se il dialogo avvenisse tra centrosinistra e centrodestra (poi, perché se lo diceva D'Alema due settimane fa, tutti a gridare all'inciucio, mentre magari gli stessi oggi la pretendono la condivisione delle cariche istituzionali...).

28 febbraio 2013

Elezioni 2013: analisi globale del voto

Il pessimo esito generale del voto, purtroppo, non è stato particolarmente sorprendente e inaspettato. Coi numeri che giravano, e il sistema elettorale vigente, si sapeva che sarebbe stato estremamente difficile per il centrosinistra (e a maggior ragione per un altro partito) avere una maggioranza al Senato.
Altrettanto, certo non stupisce il 25% di Grillo e del M5S: senza stare a entrare qui sul perché e le cause, era assolutamente nell'aria, è riuscito a massimizzare i voti raggiungibili al momento, e nelle ultime settimane di campagna elettorale è riuscito ampiamente a concentrare su di sé l'attenzione generale. Era l'unico attorno al quale si respirava tangibilmente entusiasmo, e ciò gli ha permesso di fare il botto, conquistando la larga parte degli incerti e delusi.
Inaspettata invece, senza dubbio, la forte tenuta del centrodestra. Un po' che anch'io l'ho sottovalutato, un po' di riflesso per il mediocre risultato del centrosinistra. Perché, siamo chiari, in termini assoluti il centrodestra e Berlusconi, in specie la diretta emanazione del PDL, hanno avuto un risultato disastroso, ma che accanto al risultato del centrosinistra, che è riuscito a sopravanzarlo solo di qualche decina di migliaia di voti, fa assolutamente figura. Di sicuro pare avere pagato la scelta di presentarsi al voto con una pletora di liste minori, a partire da Fratelli d'Italia, che ha permesso a Berlusconi di recuperare, punticino su punticino, un bel po' di elettori che probabilmente, a lui direttamente e al PDL, non l'avrebbero rivotato.
Il dato di queste elezioni che stupisce di più è però il bassissimo risultato elettorale del Partito Democratico. Cinque punti percentuali, 1 milione e  mezzo di elettori almeno, rispetto a quanto ci si aspettasse. Tanto da permettere di replicare l'incubo del 2006, rendendo realmente contendibile al PDL, di pochissimi voti, la Camera dei Deputati, dove chiunque di sarebbe aspettato che non ci sarebbe stata storia. Perché? Senza stare a scomodare il passato prossimo (che un suo peso comunque immancabilmente ce l'ha), la spesso opaca prestazione del PD nella sua opposizione al Governo Berlusconi, nonché la scelta del pieno sostegno al Governo Monti, il PD ha pagato in pieno l'assoluta pochezza (o l'incapacità nel farla) della sua campagna elettorale. Non è riuscito in alcun modo a imporre l'agenda del dibattito pubblico, a far veicolare le proprie proposte, né, tantomeno, quelle fantomatiche della coalizione; sui mezzi di informazione, gli unici messaggi che riusciva a trasmettere erano, al netto delle battute idiote sui giaguari, o appelli in nome dell'antiberlusconismo, o il traccheggiare autolesionista dell'accordo con Monti sì/accordo con Monti no. E infine. Dopo le primarie, dalle quali aveva tratto indubbia forze e popolarità, il PD si è ampiamente adagiato sugli allori, dando assurdamente per sicura la vittoria. E Bersani una brava persona, buon segretario di partito, e persona seria e competente. Ma probabilmente non adatta al ruolo al quale si era candidato (e mi sa che lui stesso, qualche anno fa, fosse dell'avviso).
Come SEL siamo andati male oggettivamente, un 3,1% significa non contare nulla, o quasi, nella società italiana. Di errori ne abbiamo fatti molti nell'ultimo anno, e il risultato elettorale ne è il frutto; quantomeno, possiamo dire che comunque la nostra parte in campagna elettorale comunque l'abbiamo fatta, e schiacciati com'eravamo in un'alleanza con un PD che sotto molti aspetti ci ha penalizzato, purtroppo difficilmente si poteva fare di meglio.
Ci sarebbe da aprire il capitolo della fortissima crisi generale della sinistra italiana nel suo complesso, le cui idealità rischiano ormai di ritrovarsi del tutto aliene nell'Italia di oggi, ma per oggi lasciamo stare.
Infine, tra chi è andato male, ed era prevedibile, e m'ha francamente dato anche soddisfazione per questo.
Anzitutto Monti, e l'UDC di Casini e lu poro Fini. Che sia la volta buona che si capisca quanto vale, realmente, l'area centrista.
Infine Rivoluzione Civile. Spiace dirlo, ma il risultato irrisorio è il giusto premio per un soggetto politico improbabile e raccogliticcio, e per il tenore della loro vergognosa campagna elettorale, fatta esclusivamente, spesso con meschinerie e falsità, contro SEL e PD.

25 febbraio 2013

I limiti della campagna elettorale del centrosinistra... (attacchiamo con l'autocritica)

Cominciamo già, ad urne aperte, a fare un po' di autocritica.
Il centrosinistra ha condotto proprio male la propria campagna elettorale in questo mese e mezzo. Senza riuscire mai in alcun momento, pur da teorica vincitrice "in pectore", a imporre l'agenda del dibattito, a fare parlare di sé, se non per lo stucchevole e autolesionista balletto sull'alleanza con Monti, e un antiberlusconismo oggi ampiamente fuori obiettivo. Poi per carità, senza dubbio non era di partenza facile, con un sistema informativo con l'attenzione schiacciata largamente prima ancora su Berlusconi, quindi, specie nelle ultimissime settimane, su Grillo, ma francamente non pare che Bersani e il PD ci si siano messi proprio al massimo, ci sono dei limiti strutturali. Limiti che presenta in modo ancora maggiore SEL, stretta in una posizione difficilissima, che l'ha portata a essere pressoché invisibile nella campagna elettorale, specie quella mediatica. 
Il risultato è palese, la mancanza di un entusiasmo, di un moto collettivo intorno al centrosinistra, che ci porterà, nonostante tutto quanto che è successo in questi ultimi cinque anni, nell'augurabile ipotesi di riuscire a prevalere in queste elezioni, a essere sempre lì al palo come voti, di fatto una minoranza, che forse potrà governare solo grazie a un'improbabile legge elettorale.
Oltre a ciò, c'è stato però un errore di fondo grave, ontologico, del centrosinistra. Che ne ha minato l'efficacia e la credibilità, in campagna elettorale, come nella futuribile esperienza di governo. Il non avere agito in alcun modo come una coalizione. Il non avere un programma comune (al di là delle quattro paginette della Carta di intenti): c'è il programma (en passant, striminzito e vago) del PD, e il programma di SEL (tra l'altro, in diversi punti di difficile convergenza). L'avere fatto campagna elettorale ognuno per contro proprio, con vantaggio modestissimo per il PD, che ha comunque potuto godere della esposizione mediatica di Bersani, e deleterio per SEL (e probabile nocumento generale del centrosinistra nel complesso). "Italia Bene Comune", di fatto, pare essere un contenitore vuoto, in cui s'è scelto di andare ognuno per conto proprio. La ragione di tutto ciò, sinceramente, al di là di tatticismi miopi, non la vedo proprio. E da domani, sperando che vada tutto nel migliore dei modi, lo sconteremo.

24 febbraio 2013

Voto per Sinistra Ecologia Libertà. Non so se avremo altre possibilità.

Quello che fa specie, è l'assoluta irrazionalità con la quale stiamo andando al voto.
Siamo a un momento storico cruciale, tra crisi economica, fiscal compact, l'essere in continuo ostaggio delle oscillazioni dei mercati. Oltre a porre una pesante ipoteca su quelli che potrebbero essere i margini di azione del nuovo governo, rischiamo concretamente di tornare indietro, molto indietro, a partire dall'impoverimento e dello sfascio del sistema sociale.
Le alternative sono due, o un governo con Monti, che non potrà che continuare a perseguire ciecamente la strada che abbiamo imboccato, o un governo di centrosinistra autonomo, che possa essere il più possibile di alternativa. 
Non ci sono altre alternative, che realmente aspirino e possano governare, Berlusconi e Grillo in primis. Semplice semplice.

Ma niente, al contrario, più di metà dell'elettorato 'sto discorso non lo coglierà. Berlusconi. Palesemente e globalmente sputtanato, conclamata incapacità a governare, moralmente indegno, sempre lì da 20 anni e ormai anziano. Ha fatto campagna elettorale solo esclusivamente sulla stronzata della restituzione dell'IMU. Eppure, almeno un 20% di voti ancora li piglierà, a prescindere da tutto. Grillo. Il far passare come causa di ogni male la politica intera, generalizzando senza distinzioni, e una serie di pratiche apertamente totalitarie, dal fanatismo settario, alla pretesa di rappresentare ed essere portatori della verità e del bene comune , cui seguono il rifiuto di ogni confronto e mediazione. Ma niente, farà il botto di voti.
E' scura.
Comunque. Per quanto l'aria sia pesa, si può, anzi si deve, cercare di fare il necessario.

Queste elezioni sono decisive. Serve una decisa svolta rispetto alle politiche portate avanti in questi anni, e per fare ciò serve una sinistra il più possibile forte, in grado di incidere realmente sul futuro governo. Per questo voto convintamente Sinistra Ecologia Libertà. Pienamente consapevole delle grandissime difficoltà cui andremo incontro, ma è una sfida che bisogna necessariamente accettare. Non so se avremo altre possibilità.

La colpa della sinistra italiana in questi anni

La più grande delle colpe della sinistra italiana negli ultimi anni (molto verosimilmente destinata a rimanere dopo il voto ferma alle percentuali di sostanziale irrilevanza di questi 5 anni - così come anche il centrosinistra globalmente inteso, fermo sempre attorno a quel 35-40%, largamente in minoranza pertanto tra la popolazione) è quella di non essere riuscita minimamente a interpretare, e dare un senso sociale, alla profonda rabbia diffusa nel paese. E ora ne pagheremo, meritandole, le conseguenze.

Il "francescanesimo" della campagna di SEL

Complice il clima antipolitico, e la generale moscezza della campagna elettorale, rispetto a passate elezioni sono girati un po' ovunque meno soldi.
E come SEL, c'abbiamo provato un po' a premere su questo tasto, mettendo l'accento sul "francescanesimo" della nostra campagna elettorale, largamente la più povera tra i partiti principali.
Sì, però, vabbe' il francescanesimo, ma sinceramente, con appena 450mila euro concretamente tirati fuori a livello nazionale, ma dove si pensa di potere andare? Che neanche ci sono i soldi per una campagna di affissioni?

5 febbraio 2013

Ancora con Monti... ma le si vuole mandare a p.....e 'ste elezioni?

Io boh, ci sto a perdere le speranze. Ma si può continuare a insistere, e con questi termini, nella rincorsa a Monti e al centro, come ha rifatto oggi Bersani?? Ma le vogliamo proprio mandare a puttane 'ste cavolo di elezioni? Proprio mo', che nell'aria si continua a parlare dell'appannamento del centrosinistra. Autolesionista. E per SEL sono casini seri, ma non lo capisce la dirigenza del PD che così facendo stanno regalando pacchi di voti a Ingroia, e dissanguano noi? E che cavolo... ma manco a sprecarci fatica, lo si dica subito, chiaro, o Monti o noi, e se è pace, ci si sfila, meglio il disastro da cui non si sa se e come ci si rialzerà, che 'sto logoramento.

22 gennaio 2013

Albertini Casini & Co. in campagna elettorale per SEL...

A leggere le sparate odierne di Albertini, per cui Vendola sarebbe un pericoloso estremista che firma per il referendum per l'articolo 18 degli anni di piombo, fino a mo' pare proprio che quelli che ci stanno a fare la migliore campagna elettorale per SEL siano proprio gente come lui, Casini o chi per essi, che ci vanno a descrivere come fossimo i cosacchi pronti ad abbeverare i cavalli a San Pietro, pericolosi estremisti pronti a condizionare di bolscevismo il futuro esecutivo...

26 dicembre 2012

Nota politica di fine anno: Monti, primarie dei candidati e Ingroia (nonché Alfonso Gianni)

Un po' incalzato da questi giorni di festa prima della partenza, cerchiamo di fare un po' il punto sulla situazione in modo alquanto sommario, rimandando ancora una volta un'analisi più approfondita su SEL.

Monti in campo? Ancora parrebbe non avere preso una decisione definitiva, ma di partenza francamente non mi aspettavo l'annuncio da parte di Monti della disponibilità a guidare una coalizione per le elezioni: mi pareva molto più facile e probabile che restasse alla finestra, pronto ad assumere l'incarico nell'ipotesi non certo improbabile di stallo in Parlamento alla testa di una rinnovata coalizione di larghe intese, o in "subordine" la presidenza della Repubblica, a svolgere un ruolo di tutore. Se accetta di guidare una coalizione centrista alle elezioni, al di là del non particolare buon gusto di fare campagna elettorale contro forze politiche che l'hanno appoggiato in questi mesi anche contro i propri interessi politici, il rischio appare evidente, che è improbabile sia la vittoria elettorale, sia la possibilità del Quirinale, vestiti i panni di parte; si potrebbe spiegare, a pensare male, solo forse con un disegno, con la complicità di molti democratici, per fare le scarpe a SEL e all'ala sinistra del PD, al fine di permettere a UDC e compagnia di raggiungere un risultato elettorale tale da poterli sostituire con un mezzo ribaltone dopo il voto, nel caso sollevino troppe "difficoltà". Comunque, globalmente in sé non è una cattiva notizia un impegno diretto di Monti, aiuta indubbiamente a fare chiarezza, e dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) costringere il PD e Bersani a prendere posizione su molte cose, piuttosto dirimenti.
Primarie per i candidati di SEL e PD L'idea è certamente buona in linea di principio, nella pratica lascia invece non pochi dubbi. Organizzativi, che è una cosa immancabilmente, dati i tempi ristrettissimi, abborracciata e frettolosa. Dopodiché, specie per un partito piccolo e con poca visibilità come SEL, c'è da dubitare sull'utilità e sul riscontro popolare di una consultazione aperte cui, al di là delle date, in pochi parteciperanno, che si ha sì la possibilità di scegliere i propri candidati, ma tra persone oggettivamente (al di là delle qualità) sconosciute ai più. In fin dei conti, primarie del genere rappresentano un fallimento del funzionamento di un partito, che non è più in grado, attraverso i propri iscritti e gli organismi dirigenti in successione, di riuscire a interpretare e rappresentare al proprio interno, attraverso una scelta condivisa dei propri candidati, le proprie idee e gli interessi dei gruppi sociali di riferimento.
Ingroia Aspettando di vedere come il Quarto Polo (più verosimilmente quinto) voglia provare a orientarsi, tra la miriade di aspettative prospettive e interessi differenti dei vari soggetti promotori (nell'improbabilità di fare in due mesi ciò che la sinistra italiana aspetta da anni), beh, l'ennesimo magistrato politicante ce lo si poteva risparmiare.

Auguri a tutti.

PS Mentre si  scriveva, si è appreso dell'addio di Alfonso Gianni a SEL. La cosa amareggia non poco, specie dovendo riconoscere, pur non condividendo assolutamente la strada politica oggi intrapresa, la giustezza e la criticità di gran parte dei motivi di dissenso che in questi mesi lo hanno portato a maturare questa scelta.

16 dicembre 2012

Che fare per il PD di fronte a Monti

Al netto di Berlusconi e altre scemenze varie, il netto segno politico della settimana è la pressione a tutti i livelli, interni, esterni, dei media, al fine di riproporre, anche dopo le elezioni, Monti e le sue politiche come unica scelta praticabile, per l'Italia e per i mercati.
Chi ha tutto da perderci, in questo quadro, è l'alleanza di centrosinistra PD-SEL che si sta prefigurando, e Bersani e il PD in particolare, che fanno oggettivamente la parte del leone. Che allo stato attuale, c'è l'incertezza del Senato, al solito, ma parrebbe improbabile che ci siano altri soggetti in grado di competere per la vittoria elettorale: l'unica appunto che può letteralmente soffiarla via è la variante Monti, sia lui di persona, o con il forzare la mano in un'ottica di grande coalizione.
A questo punto, è quando si richiederebbe da parte di Bersani uno scatto di personalità, se ne è capace. Dirlo a chiare lettere che un'altra politica è possibile (e indispensabile), che non c'è solo la strada del austerity cieca di Monti e delle istituzioni europee; competere contro queste idee, anche apertamente se necessario, che questa, sul piano dei contenuti, è la vera sfida, non certo quella con le giravolte berlusconiane (più concretamente casomai c'è il problema Grillo, ma è su un altro ordine di contenuti); dirlo, se si vuole, che s'è sostenuto per senso di responsabilità Monti in questi mesi, ma che adesso è il momento di farsi da parte, che si ha un'altra idea del "che fare".
Insomma, a stringere su, è il momento per il PD bersaniano di presentarsi agli elettori, con una proposta politica chiara, decisa, alternativa a quella che finora ha soltanto aggravato la crisi sotto molti aspetti. Se lo si ha, è il momento di avere coraggio e prendersi le proprie responsabilità di governo, dopo averle declinate l'anno scorso, non richiedendo elezioni nella primavera appena trascorsa. Purtroppo per contro, le mosse di Bersani di questa settimana sembrano essere tutte al contrario, col riproporre l'alleanza al centro, e il continuo proclamarsi "più montiani di Monti".

6 novembre 2012

Il punto politico di mezzo autunno

Aspettando che si dice oltre oceano, brevi note sugli ultimi dieci giorni.
Elezioni siciliane. Mah, più che tanto, nel complesso, nessuna particolare sorpresa, vista "da qua" è sempre abbastanza difficile stare appresso alla politica siciliana, e poco ci si aspetta. Il punto centrale, che fa specie, è l'astensione oltre al 50 %. Alla luce di questo dato, della assoluta frammentazione del quadro politico, della delegittimazione popolare di liste e partiti che, al netto, anche i più votati sono ciascuno rappresentativi neanche di un elettore su dieci, anche il risultato (indubbiamente notevole) dei grillini è in realtà, rispetto alle potenzialità, alquanto zoppo. Di certo, del tutto fuori luogo è stato il trionfalismo di Bersani. Andando però al secondo nodo critico, guardandosi un po' in casa, ok che come detto dalla Sicilia non si ha nessuna particolare aspettativa elettorale, però porca miseria, il risultato elettorale del 6 % delle sinistre è disastroso. In voti netti appunto, vuol dire che a stento un siciliano su trenta ha scelto di dare il suo voto a quella che dovrebbe essere realmente una proposta politica alternativa e di rottura. Fattori ostili, leggerezze, ok, svariati, però un risultato come questo non è una tornata elettorale andata male, è indice di un problema politico enorme per la sinistra, il rischio di diventare del tutto superflui è concreto.
Province, legge elettorale etc. Senza stare a entrare nel merito (altamente discutibile) degli ennesimi provvedimenti sui quali si sta pronunciando il governo Monti, si rileva solo che, politicamente, esso non ha la benché minima legittimazione per approvarli, e non è tollerabile l'abuso che sta continuando a fare, complice un Parlamento vergognoso sul quale ha potere di ricatto, della decretazione d'urgenza, antidemocratica e palesemente incostituzionale.
Di Pietro. Senza stare a riscomodare la genialata veltroniana di portarlo in Parlamento come unico proprio alleato, è da anni una delle anomalie negative della sinistra italiana. A quanto pare, finalmente sembrerebbe essere alla frutta, schiacciato fra trasformismi, scandali e Grillo; speriamo sia veramente così, che quantomeno potrebbero rimettersi in circolazione un po' delle energie positive (e non sono poche) che in questi anni hanno appoggiato l'IDV.
L'altro giorno, con una partecipazione di pubblico superiore alle aspettative, comizio a Terni di Nichi Vendola. Mai stato un "fan" sfegatato, e i dubbi sulle scelte politiche, a partire dall'opportunità delle primarie, permangono in larga parte. Che però sia, nell'odierno quadro politico italiano, una personalità nettamente superiore alla media, e altrettanto, che con la scelta di partecipare alle primarie, dopo mesi di isolamento mediatico, finalmente si sia riusciti a tornare a far sentire le proprie idee, e qualcosa di differente dalle magnifiche sorti del governo tecnico, da Grillo e dalla polemica Renzi/Bersani, è innegabile.

27 settembre 2012

Bingo!

A strettissimo giro, si legge di Fava che si ritira dalle regionali siciliane per un ritardo di tre giorni nel cambio di residenza, Monti che dichiara la sua disponibilità anche in futuro "in caso di necessità", e infine della possibilità di Saviano a Sanremo.
Bingo!
Annamo a studia', che è meglio...

9 maggio 2012

Analisi elettorale amministrative 2012

Non è troppo piacevole, ma tocca farla l'analisi del voto del 2012. Che è stata una tornata elettorale, seppure locale, di primissimo rilievo.
Anche se, sinceramente, a stringere su, non è che ci sia troppo da dire.
O meglio, troppe ce ne sarebbero da dire, per cui ci si limita a fare una sorta di fotografia del post-voto.
In primo luogo, è emerso palese che da un lato c'è l'Italia di gran parte dei mezzi di informazione, dei tecnici, del preteso consenso di massa a Monti e al governo, coi suoi moderati, professori e compagnia, e da un lato c'è l'Italia reale, quella emersa dal voto, completamente differente.
PDL e Lega Nord, un disastro di dimensioni impressionanti. Impressionanti. Dal 2008, era stato, specie per il PDL, un continuo calo, anche consistente, ma hanno pagato rispettivamente la caduta di Berlusconi, e l'assoluta mancanza di progettualità che ne è seguita, e lo scandalo di Bossi e famiglia, in percentuali sorprendenti. Oh, e naturalmente non me ne può dispiacere manco un po'.
Terzo Polo, vale il discorso iniziale, tante chiacchiere in questi mesi sul montismo nuovo destino della Nazione, appunto Partito della Nazione e tante altre storie, poi vai al voto, e si vede quello che conta, cosa rappresentano realmente nel paese. Poco meno che niente. Specie per chi pretendeva di diventare, o di essere culturalmente, egemone.
Il PD globalmente perde un casino di voti, ma in qualche modo tiene, o dà l'impressione di farlo. Lo salva quel po' di organizzazione che riesce a mantenere, e il senso di disciplina di tanti militanti.
L'IDV, nel centrosinistra, chiaramente è quello che ha risentito maggiormente della concorrenza di Grillo e M5S.
SEL e le sinistre. Discretamente, se diciamo che non hanno perso voti, o hanno leggermente incrementato. Male, se siamo oggettivi e concreti. Nel senso che appunto stiamo fermi al palo, e non siamo riusciti a intercettare, indirizzare o rappresentare nulla di un momento storico, sulla carta, potenzialmente largamente favorevole. Se la grave crisi economica in Grecia o in Francia, in modo differente, è riuscita a esprimersi a sinistra, in Italia, per svariate ragioni, non sta avvenendo nulla di tutto ciò.
Grillo e il Movimento 5 Stelle, palese, è l'unico vincitore di queste cavolo di elezioni, indubbiamente grazie anche al clima di questi ultimi mesi, alimentato di fortissima polemica antipartitica, diffuso su tutti i mezzi di informazione, quasi altra faccia del governo tecnico. Per svariate ragioni, la notizia è preoccupante. Molto. E come si diceva sopra, mentre altrove in Europa si cerca di dare una risposta di sinistra alla crisi, in Italia ci si dà al grillismo. Vabbe'.

Le questioni sono tante, e meriterebbero un vero approfondimento.
Nel complesso, una tornata elettorale sconcertante, e da sinistra sicuramente non positiva. E neanche a parlare di Palermo.
Come si evolverà la situazione, non è dato saperlo. Come arriveremo alle elezioni dl 2013, un mistero. Una cosa sola è certa: la crisi economica in Italia è già palesemente diventata crisi politica, su moltissimi livelli. Partitici, istituzionali, di complessivo quadro politico. E i mesi che stiamo vivendo, "l'epoca del governo tecnico", è assai improbabile che si risolveranno in una mera parentesi, dopodiché tutto come prima.

24 aprile 2012

Il primo turno delle presidenziali francesi 2012...

Al momento, facendo i dovuti scongiuri del caso, logica e immancabile soddisfazione per l'incoraggiante risultato dei socialisti e di Hollande al primo turno delle elezioni presidenziali francesi.
Che poi beh, rispetto al 2002, ballottaggio Chirac/Le Pen, e al 2007 con Ségolène Royal, tutto farebbe brodo, siamo diventati di bocca buona.
Ma soprattutto, il voto francese dà speranza, perché, quantomeno a parole, Hollande e il PSF danno l'impressione finalmente di averci le idee piuttosto chiare, specie sulla necessità impellente di agire e di cambiare radicalmente politiche a livello europeo prima di tutto. Che se no non se ne scappa dalla crisi, e settimana dopo settimana proseguiamo ad attuare politiche suicide, recessive e regressive, come quelle che tanto alacremente stanno propinando in Italia.
Ed è importante che sia il PSF a rendersene conto, che oggettivamente i partiti del PSE devono fare profonda autocritica, che alla fine sono stati (siamo stati, mi ci metto anch'io, come militante dei Democratici di Sinistra) complici e succubi della deformazione in senso iperliberista dell'Unione Europea.
Ci sarebbe da commentare anche come è curioso il PD bersaniano, pochi giorni dopo aver fatto passare senza verbo proferire il pareggio di bilancio in Costituzione, che sembra quasi volere rivendicare il risultato di Hollande - convinto sostenitore invece di politiche all'antitesi di quelle del governo Monti, con posizioni che di fatto sono quasi fin troppo radicali anche rispetto all'azione di un partito come SEL, ma vabbe', alla fine è sempre la solita contraddizione ontologica.