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8 giugno 2011

Reagan su l'Unità??? Che macellu poro Gramsci

E' da un bel po' che si ha molto l'impressione che l'Unità, già quotidiano fondato da Antonio Gramsci, sotto la direzione di Concita De Gregorio non c'abbia per niente le idee chiare su ciò che è o dovrebbe essere.
Formato da free-press, e articoletti di poche battute senza un briciolo di approfondimento. Cronaca politica superficiale (anzi che almeno non più faziosa e schierata come ai tempi di Veltroni/primo Franceschini), assenza di buoni articoli di fondo, pagine infarcite di una miriade di pensierini di commentatori sparsi (momenti anche 'sto blog ci sarebbe al livello di poterci scrivere). Praticamente hanno eliminato anche la pagina sportiva (ahia). Linea politica e stile da scuola superiore. Prezzo di vendita arrivato a € 1,20, numero di copie vendute in calo costante, però tutti a dire come è brava e bella Concita e quanti fan ha l'Unità su Facebook (salvo avere un sito internet caotico, riempito di amenità, notizie vecchie, articoli a metà e pseudo blog).

Oggi s'è raggiunta una nuova vetta, sulla Striscia Rossa odierna je è passato per la testa di pubblicare una perla anticomunista di Reagan:
"Qualcuno mi ha spiegato la differenza tra democrazia e democrazia popolare. È la stessa differenza che passa tra una camicia e una camicia di forza.
Ronald Reagan"
Ronald Reagan. Ma se lo ricordano a l'Unità chi era Ronald Reagan? L'idolo dei neo-con di tutto il mondo, quello dell'Impero del Male riferito all'URSS, l'anticomunista da macchietta, l'iperliberista, l'invasore di Grenada e Nicaragua...
Fatto salvo per Staino e Maramotti, c'è ben poco da salvare ormai de l'Unità.

17 dicembre 2010

Il Riflusso - [Neve a Terni bis]

E triste si abbatté il riflusso conservatore anche sulla neve, che non fece a tempo a farla, che immediatamente le temperature tornarono ben sopra lo zero...
Bah! Manco una volta seriamente ogni 8 anni!

18 dicembre 2008

Mobilitazione a Perugia - 4 - Unità e politica

Ok, partiamo dal dato che oggettivamente il movimento di protesta nelle università italiane ha mancato i suoi scopi. In primis per una mobilitazione protrattasi troppo a lungo, con un Governo che è rimasto irremovibile e indifferente a buona parte delle critiche.
In secondo luogo, i punti critici del movimento sono stati la scarsa unitarietà e uno spesso sbagliato rapporto con la politica.
Unità - A parte eccezioni personali, le associazioni di centrodestra a Perugia ad esempio hanno anteposto motivazioni ideologiche alla critica oggettiva, rimanendo defilate se non contrarie alla lotta contro la 133. E i due gruppi organizzati a Perugia attivi nella protesta, l'Udu e gli Autoconvocati, si sono troppo spesso divisi (col tacito boicottaggio delle manifestazioni organizzate dai "rivali") con motivazioni piuttosto strumentali. Con una certa sufficienza da parte dell'Udu, e un'ostilità spesso preconcetta (sfociata in episodi piuttosto sgradevoli, come la cagnara del 28 ottobre al Rettorato) da parte degli Autoconvocati verso organizzazioni di tipo sindacale e l'idea di rappresentanza propria dell'Udu.
Politica - Idea sbagliata, ma molto diffusa nel movimento, è stata la confusione tra politicità e partiticità della protesta. Giungendo quasi a teorizzare che l'unica protesta buona fosse quella di matrice apolitica (portata poi spesso avanti ipocritamente da soggetti che tutto sono meno che apartitici e realmente autonomi...). A prescindere che personalmente sono del parere che anche ai cortei più si è meglio si sta, e se aderiscono venissero pure tutti i partiti che vogliono, sarebbe stata cosa buona giusta, e punto di forza della protesta, la partecipazione più larga possibile, di qualsiasi idea si sia, uniti nella lotta per un obiettivo comune: io militante di sinistra, che lotto contro la 133 e al contempo contro il governo di destra, il ragazzo di Azione Universitaria che si rende conto che il "suo" governo sta portando avanti una legge sbagliata, l'accademico, il tesoriere dell'Ateneo preoccupato per l'insostenibilità finanziaria dei provvedimenti. Per arrivare infine a tutta la retorica "romana" movimentista, dell'irrappresentabilità dell'Onda e degli studenti, della separazione dalle forze sindacali in quanto "istituzionali". E così si veda il 14 novembre a Roma, con la ghettizzazione delle associazioni organizzate quali le Udu e la scelta voluta di non entrare in contatto neanche fisicamente col corteo dei lavoratori. Risultato di tutto ciò: poco e niente. Il movimento studentesco si è isolato, la tensione è scesa, e si è persa un'occasione irripetibile anzitutto di battere il governo sulla 133, di coinvolgere finalmente tutta la popolazione studentesca e di riformare seriamente l'Università italiana, e in secondo luogo di essere la scintilla insieme al mondo del lavoro di una stagione di lotta contro quello che si potrebbe chiamare il "riflusso conservatore".

9 settembre 2008

Fiori

Il fatto che abbia caricato un album con foto di fiori di montagna appenninici, al di là dell'ovvio e diffuso interesse che chiunque di noi nutre per la flora del Gran Sasso, è un pericoloso segnale di deriva intimistica.
In pratica, un altro esempio della crisi della sinistra italiana.
Una "Stanza del figlio" in chiave nicoliana.

26 luglio 2008

Il cammello e il dromedario

La nota canzone "Il cammello e il dromedario", a meno che non sia un improbabile inno antitabagista (dando un colpo a cerchio e uno alla botte contro la Camel, che abbina il nome cammello all'immagine del dromedario), è rea di inutile se non dannoso pauperismo rassegnatario nel solco del "poveri ma belli". Insomma, conservatorismo compassionevole reaganiano.
[oltre a diffamare il dromedario, che francamente mi sa un passo avanti rispetto al cammello]

 Il cammello e il dromedario

In un deserto un giorno s'incontrarono,
senza volerlo per caso si guardarono,
un dromedario ricco, ed un cammello povero.
Si salutarono, si oltrepassarono,
poi si fermarono, ci ripensarono,
e ritornarono, si riguardarono, e il dromedario disse così:
Bè, perchè, tu ci hai due gobbe ed io ne ho solo una perchè?
Mi guardi imbambolato dalla duna perchè,
continui a masticare e non rispondi, dammena una,
se me la vendi una fortuna ti darò!
Ed il cammello essendo bisognevole,
per un momento si dimostrò arrendevole,
poi si guardò le gobbe, con occhio lacrimevole.
E allor ci ripensò, e se le riguardò,
la testa dondolò, e poi la sollevò, lo sguardo corrucciò,
e il petto si gonfiò, e al dromedario disse così:
Sai che c'è, io resto con due gobbe e tu con una perchè,
non me ne importa della tua fortuna perchè,
son povero ma bello e nerboruto,
e dalla duna io ti saluto e con due gobbe me ne vò!
La, la, la... Così si riconferma che il cammello è bigobbuto,
e il dromedario monogobba resterà!




18 maggio 2008

Bollicine

Non sarà un segnale di riflusso reazionario come la nostalgia degli anni '80, però la generale preferenza per il vino spumante dolce anziché sanamente secco è comunque preoccupante assai.

5 maggio 2008

Cosa resterà di questi anni '80...

Il fiorire di catene di mail inneggianti e/o nostalgiche e/o apologetiche degli anni '80 cui si sta assistendo negli ultimi mesi altro non è che l'ennesimo preoccupante segnale del riflusso reazionario che stiamo vivendo in questo periodo.