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6 maggio 2009

Giochi d'azzardo...

Da più parti -vabbe', pur sempre solo tra i partiti rappresentati al Parlamento- si moltiplicano le prese di posizione a votare Sì ai disgraziati referendum sulla legge elettorale.
Per lo più, con la motivazione che dal referendum verrebbe fuori una legge così pessima da essere necessariamente costretti a modificarla poi dalla base, la legge elettorale attualmente in vigore.
Insomma, si gioca d'azzardo. Ma un po' più di cautela sarebbe necessaria. Perché se veramente si modificasse la legge così da attribuire il premio di maggioranza al partito di maggioranza relativa, non si vede quale sarebbe l'interesse del Pdl (presumibilmente per parecchi anni a venire primo partito per ragioni strutturali) a modificare una legge che gli consentirebbe di poter vincere le prossime elezioni con assai poca fatica. E uno. E due, se anche ci fosse seriamente una generica volontà di rimettere mano alla legge elettorale, a farlo poi ce ne passa. Il referendum stesso venne concepito da molti -me compreso- fin dall'inizio, dalla raccolta firme, come mezzo di pressione sul Parlamento, credendo che sarebbe bastata la semplice raccolta delle firme per avviare una riforma della legge senza arrivare al referendum. La raccolta firme c'è stata due anni fa, e adesso ci ritroviamo con la legge immodificata e il referendum fissato per il 21 giugno.
Insomma, sarebbe da rifletterci un attimo di più prima di schierarsi per il "sì affinché no".

17 aprile 2009

Paio di note su Santoro e Refendum

Un paio di cose.

Anzitutto su Santoro. Che sicuramente è un giornalista assai discutibile e opinabile. Che faccia un "uso personale della tv pubblica"? Beh, spesso anche sì. Ma d'altronde non è certo l'unico (e almeno non pretende di volersi spaccia), se ciò può essere considerata una giustificazione. Ma tutta 'sta storia montata sulle vignette di Vauro (pretesto, e debolissimo pretesto) è indecente, e le misure repressive di censura adottate assolutamente inaccettabili.

Sul mancato accorpamento del referendum alle Europee invece. Ok, logica e anche convenienza economica avrebbero voluto che si evitassero ripetute sessioni elettorali a inizio estate, che la scelta dilatoria dei tempi adottata è chiaramente nella speranza di mancato raggiungimento del quorum -ragionamento non certo pienamente democratico-; però insomma, non c'è troppo da stracciarsi le vesti, che un eventuale esito positivo dei referendum non è che sia così auspicabile. Due anni fa alla fine anch'io firmai, ma con la volontà di usarlo come mezzo di pressione sulle Camere per riformare la legge elettorale, non certo per avere il premio di maggioranza (concettualmente anch'esso non esattamente democratico) attribuito al partito col maggior numero di voti, anziché a una coalizione (a maggior ragione quanto poco prima espresso). Che poi con l'attuale quadro politico di tutto si ha bisogno meno che un incentivazione data dalla legge elettorale al bipartitismo. C'è tutta 'sta necessità che i referendum raggiungano il quorum e passino? No. Quindi pace, e se è che a 'sto punto rimandiamo tutto all'anno prossimo che fretta non ce n'è.

Il titolo parla di un paio di note. Aggiugiamone una terza. Ieri il Di Pietro ha presentato le candidate dell'Idv alle Europee. Specificando bene come siano state selezionate in base ai curricula (sfoggiamo 'sto latino...) inviati in seguito a inserzioni inserite sui giornali, e come la grande maggioranza di loro non abbia un'esperienza politica alle spalle. Beh che dire, il non avere esperienza politica è chiaramente un elemento di merito per un candidato al Parlamento Europeo (che tanto in effetti di riciclati con alle spalle fin troppa di esperienza le liste dell'Idv non scarseggiano di certo); si conosce poi qualche metodo migliore della popolarissima inserzione per selezionale una classe dirigente?