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14 novembre 2009

Autorizzazioni a procedere...

Dopo l'annunciata tetralogia di ricorrenze dell'ultima settimana, Rivoluzione d'Ottobre, Berlino, Arafat e Bolognina, sarà il caso di tornare un attimo all'attualità.
Il "processo breve". E' una misura vergognosa, non ci si può inventare provvedimenti di tale portata nel giro di un mese solo perché non si hanno altri mezzi per evitare un processo. A 'sto punto seriamente, costituzionalizziamo il Lodo Alfano o che so io, meglio una legge ad personam che stravolgere l'ordinamento ad personam.
Ma peggio ancora, la chiacchiera retorica che si sta facendo sull'immunità, cercando di "reintrodurla". Come se non esistesse l'articolo 68 della Costituzione.
Esso recita:

"I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni.
Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza.
Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazione, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza."
Le immunità esistono. Larga tutela dell'insindacabilità delle opinioni espresse, e senza parere favorevole del Parlamento possibilità di misure limitative della libertà personale solo se flagranza di reato o condanna definitiva (eh beh, ci mancherebbe). Nessuno ha mai abrogato le immunità. Nel 1993 venne modificato la parte dell'autorizzazione a procedere, ossia non l'autorizzazione parlamentare non per l'arresto, ma per le indagini stesse. Beh non è che se ne senta la mancanza e la necessità.