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25 febbraio 2011

L'eterno vizio di Fini

La travagliata vicenda di Futuro e Libertà, con le sue continue defezioni e giravolte di linea politica, rivela per l'ennesima volta il vizio capitale di Fini, la mancanza di coraggio e decisione (di coglioni a essere precisi) nei momenti cruciali. Tira il sasso, poi mezzo ritira la mano, e se ne tira un altro è giusto perché c'è stato messo in mezzo e non può tirarsi più indietro.
Tipo: oggettivamente, per quale ragione si ostina a rimanere alla Presidenza della Camera? Si dimettesse, e in un colpo solo smetterebbe di prestare il fianco a tutte le critiche di non terzietà e sulla questione Tulliani, e soprattutto potrebbe dedicarsi in maniera seria a un partito che, se non si va al voto presto, rischia di squagliarsi in pochi mesi, stretto tra la difficoltà della prospettiva politica, e il piccolo interesse di tanti personaggi mediocri, che pur nel momento del suo massimo discredito e incertezza del futuro, scelgono di tornarsene nel campo berlusconiano.
Invece no, rimane a fare il presidente della Camera, delegando a Bocchino e compagnia, e non decidendosi a fare politica come si deve...
Su Gianfra', un po' de spirito per cortesia...

19 novembre 2010

In mezzo alla palude

Note sui giorni in mezzo alla palude, come è stato ben definito 'sto limbo in attesa della resa dei conti (?) del 13 dicembre.
La Carfagna pare essere sul punto di dimettersi, stanca dell'ostilità di diversi colleghi di governo e maggioranza, e per il difficile barcamenarsi tra Berlusconi e Bocchino, suo primo mentore politico. Mah. Un ministro di meno, e so' contento. Basta che non andiamo a santificare pure lei.
Sui già santificati. Fini ieri emette un comunicato che è nuovamente quasi una mezza marcia indietro. Era uno dei primissimi post di questo blog, nel gennaio 2007, ma rimane validissimo. Di base, il coraggio politico gli difetta abbastanza. Se siamo arrivati a questo punto di quasi completa rottura, è solo perché ce l'hanno tirato quasi a forza, e per l'incapacità di Berlusconi di concepire e gestire il dissenso.
Opposizione. Ben vengano qualunque tipo di trappola parlamentare, e cercare di riuscire a imporre un po' il dibattito. Però, vabbe' che non è aria, ma quanto ci starebbe bene un vero grande sciopero generale politico, e manifestazioni di massa fino alle dimissioni del Governo...

29 gennaio 2008

Die elektoralenlegen reload

Si è costretti a tornare sulle precedenti posizioni con riguardo a un tema già trattato altre volte, quello della legge elettorale proporzionale. Sempre avversata per convinzioni di stampo bipolare e maggioritario, per il timore che una legge proporzionale potesse riaprire la strada a ipotesi di tipo centriste e al superamento dell'ottica dei due schieramenti contrapposti. Ora che la fine dell'Unione pare cosa assai probabile, e di fronte al problema delle elezioni anticipate, bisogna fare marcia indietro.
L'esigenza immediata di tutti è poter andare a elezioni in maniera serena, con una nuova legge elettorale che riesca a escludere presenze distruttive di partitini-gruppi di potere come quelli che hanno affossato questa legislatura. Dato che alternative percorribili non ci sono, almeno nel breve termine, una proporzionale con uno sbarramento al  5% è l'unica proposta su cui in tempi rapidi tutti i partiti medio-grandi di entrambi gli schieramenti possono trovare un accordo.
Il pallino però disgraziatamente pare essere nelle mani di Berlusconi, tornato a essere da un giorno all'altro il padrone incontrastato della rinata Casa delle Libertà. E fargli un discorso di richiamo alla responsabilità e al bene comune pare essere cosa del tutto inutile. Anzi, tocca sorbirsi i vari capetti di Forza Italia che blaterano di responsabilità del centrosinistra che non ha fatto la legge, quando le ripetute (ed eccessive) offerte di dialogo per settimane venivano nel giro della stessa giornata accettate, respinte, e infine rilanciate con posizioni e proposte di volta in volta nuove.
Per fare un governo istituzionale bisogna trovarli questi voti in Parlamento, nel peggiore dei casi anche solo dell'Udc che quantomeno mostra di aver capito la gravità della situazione e della necessità di agire di conseguenza. però si capisce la difficoltà politica di Casini di prendersi la responsabilità di porre il partito in rotta di collisione con Forza Italia. L'unica cosa positiva è che per una volta la posizione è la medesima dei cd. poteri forti, con Cei e Confindustria che spingono anch'esse per la riforma elettorale prima del voto.
Plauso particolare per l'incredibile coerenza di Alleanza Nazionale, dove il sempre sorprendente Gianfranco "Skinner" Fini è riuscito a passare nel giro di un mese dagli insulti agli abbracci con Berlusconi, e può al contempo sostenere la causa del referendum contro il Porcellum e definire la necessità di una legge elettorale che la modifichi "un'inutile perdita di tempo".

18 novembre 2007

E a li cunti vennero li pianti?

Dopo il fallimento politico della strategia oltranzista degli ultimi mesi di Berlusconi e Forza Italia, che volenti o nolenti si sono trascinati dietro tutti gli alleati, pare che quest'ultimi si siano stufati, e vogliano presentare il conto al Capo (con tanto di echi fassiniani "o si cambia o si muore", da parte di Fini, sebbene che con Gasparri e simili avoja a cambiare...).
Sarà la volta buona? Non sarebbe male, purtroppo la caratura politica dei soggetti in questione non dia troppe speranze, che già troppe volte l'abbiamo fare la voce del leone, e comportarsi come pecore.
[ah il buon vecchio Fini/Skinner dei primi giorni di questo blog...]

27 gennaio 2007

Diritto di successione (Gianfranco Fini come Seymour Skinner?)

Berlusconi ieri ha dichiarato, riguardo a chi verrà dopo di lui, che Fini sarebbe degno di essere suo successore [ndr: che culo!]. Sappiamo che la dichiarazione ha poi sollevato un buon numero di polemiche etc.
Mo' mettiamoci a fa' un po' di dietrologia: "ma cosa avrà voluto dire???"
Ipotesi 1: l'ha detto perché non gliene frega niente in realtà di chi continuerà la sua opera politica, che tanto per diversi anni ancora conta di restare lì dov'è; però in questa maniera conta di castrare definitivamente le velleità di indipendenza di Gianfranco Fini. Riguardo il quale però qui si è sempre dubitato molto del fatto che i coglioni ce li abbia mai avuti. Appunto Gianfranco Fini mi fa tanto direttore Skinner.
Ipotesi 2: sapendo che logica vorrebbe che Fini sia papabile, foss'anche per questioni anagrafiche, alla sua successione, Berlusconi novello Urano gli brucia con molti anni d'anticipo la candidatura, non sopportando l'idea stessa che ci sarà qualcheduno dopo di lui.

Il pensiero sorge d'un tratto: e Pierferdi, che a dicembre minacciava sfracelli? A gennaio l'avrò sentito nominare un paio di volte a dir tanto. Boh...