Visualizzazione post con etichetta lega nord. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta lega nord. Mostra tutti i post

20 luglio 2013

Kyenge

In tutta la storia della Kyenge, gli insulti di Calderoli in sé, pur gravissimi, nel merito e per le qualifiche personali dei soggetti, sono anche poca cosa, rispetto a tanto altro che si è sentito in questi due mesi.
La cosa che desta realmente spavento, è che sono solo la punta di un iceberg, è lo scoprire, per il solo fatto di avere nominato un ministro di colore, che livello di razzismo proprio becero, di quello che si poteva pensare limitato a certi ambienti delle curve calcistiche, c'è invece, diffuso, in Italia.

23 aprile 2013

Il risultato delle regionali in Friuli Venezia Giulia

Premessa la non eccessiva stima politica per la Serracchiani, personaggio balzato agli onori della cronaca in modo alquanto mediatico, e subito immediatamente accodatasi, all'epoca, prima nell'area franceschiniana, quindi continuando a barcamenarsi sempre in vista tra i presunti rinnovatori del PD in nome di non si bene quali qualità e credenziali, soddisfazione comunque per l'esito del voto in Friuli Venezia Giulia, niente affatto scontato dopo i casini degli ultimi giorni.
E soddisfazione in specie per il risultato locale di SEL (a proposito, splendido Svoboda Ekologija Levica!): pur con tutte le peculiarità locali di un voto per le regionali, nel giro di neanche due mesi dalle elezioni del 24 e 25 febbraio, a fronte di un calo impressionante e disastroso dell'affluenza al voto, che si è tradotto in clamorose perdite di voti reali di lista per tutti i maggiori partiti (PD 70mila voti in meno, PDL -55mila, Lega Nord -15mila, M5S -150mila! - e qualcosa tutto ciò significa), Sinistra Ecologia e Libertà, nel suo piccolo, è riuscita a riconfermare per intero tutti i propri voti, segno che qualcosa di buono in queste settimane è stato fatto, e si è riusciti a trasmetterlo.

24 maggio 2012

Una cosa bella di questo Giro d'Italia? Basta con le bandiere leghiste agli arrivi!

Una cosa bella di questo Giro d'Italia? Che finalmente agli arrivi di tappa, anche in quelli come quello odierno di Vedelago, provincia di Treviso, non tocca più sorbirsi le bandiere leghiste in primo piano.

NDR: oh, che, per capirci, Vedelago è un comune dove alla Regionali del 2010 la Lega Nord era arrivata al 55,82%!

9 maggio 2012

Analisi elettorale amministrative 2012

Non è troppo piacevole, ma tocca farla l'analisi del voto del 2012. Che è stata una tornata elettorale, seppure locale, di primissimo rilievo.
Anche se, sinceramente, a stringere su, non è che ci sia troppo da dire.
O meglio, troppe ce ne sarebbero da dire, per cui ci si limita a fare una sorta di fotografia del post-voto.
In primo luogo, è emerso palese che da un lato c'è l'Italia di gran parte dei mezzi di informazione, dei tecnici, del preteso consenso di massa a Monti e al governo, coi suoi moderati, professori e compagnia, e da un lato c'è l'Italia reale, quella emersa dal voto, completamente differente.
PDL e Lega Nord, un disastro di dimensioni impressionanti. Impressionanti. Dal 2008, era stato, specie per il PDL, un continuo calo, anche consistente, ma hanno pagato rispettivamente la caduta di Berlusconi, e l'assoluta mancanza di progettualità che ne è seguita, e lo scandalo di Bossi e famiglia, in percentuali sorprendenti. Oh, e naturalmente non me ne può dispiacere manco un po'.
Terzo Polo, vale il discorso iniziale, tante chiacchiere in questi mesi sul montismo nuovo destino della Nazione, appunto Partito della Nazione e tante altre storie, poi vai al voto, e si vede quello che conta, cosa rappresentano realmente nel paese. Poco meno che niente. Specie per chi pretendeva di diventare, o di essere culturalmente, egemone.
Il PD globalmente perde un casino di voti, ma in qualche modo tiene, o dà l'impressione di farlo. Lo salva quel po' di organizzazione che riesce a mantenere, e il senso di disciplina di tanti militanti.
L'IDV, nel centrosinistra, chiaramente è quello che ha risentito maggiormente della concorrenza di Grillo e M5S.
SEL e le sinistre. Discretamente, se diciamo che non hanno perso voti, o hanno leggermente incrementato. Male, se siamo oggettivi e concreti. Nel senso che appunto stiamo fermi al palo, e non siamo riusciti a intercettare, indirizzare o rappresentare nulla di un momento storico, sulla carta, potenzialmente largamente favorevole. Se la grave crisi economica in Grecia o in Francia, in modo differente, è riuscita a esprimersi a sinistra, in Italia, per svariate ragioni, non sta avvenendo nulla di tutto ciò.
Grillo e il Movimento 5 Stelle, palese, è l'unico vincitore di queste cavolo di elezioni, indubbiamente grazie anche al clima di questi ultimi mesi, alimentato di fortissima polemica antipartitica, diffuso su tutti i mezzi di informazione, quasi altra faccia del governo tecnico. Per svariate ragioni, la notizia è preoccupante. Molto. E come si diceva sopra, mentre altrove in Europa si cerca di dare una risposta di sinistra alla crisi, in Italia ci si dà al grillismo. Vabbe'.

Le questioni sono tante, e meriterebbero un vero approfondimento.
Nel complesso, una tornata elettorale sconcertante, e da sinistra sicuramente non positiva. E neanche a parlare di Palermo.
Come si evolverà la situazione, non è dato saperlo. Come arriveremo alle elezioni dl 2013, un mistero. Una cosa sola è certa: la crisi economica in Italia è già palesemente diventata crisi politica, su moltissimi livelli. Partitici, istituzionali, di complessivo quadro politico. E i mesi che stiamo vivendo, "l'epoca del governo tecnico", è assai improbabile che si risolveranno in una mera parentesi, dopodiché tutto come prima.

13 aprile 2012

Dove andrà l'elettorato "contiguo" della Lega?

Parlando un po' di politica...
Tra i vari scandali, veri pompati penalmente rilevanti o meno di queste settimane, il caso Lega Nord è evidentemente quello da seguire con più attenzione, dovendo poiché portare -e già ha portato-, a novità politicamente rilevanti (contrariamente a quanto, al momento, è successo con lo scandalo Lusi-Margherita). Non tanto nella cd. base leghista, quella dei raduni, di Bergamo come Pontida: sinceramente, in questi 20 anni non ha mai dato prova di particolare spirito critico, accontentandosi di slogan e retorica becera, di fronte a risultati politicamente deficitari e fallimentari, e che oggi mostra di credere agli strilli di complotti meridionali ai danni della Lega. L'impatto dello scandalo si dovrebbe poter verificare invece sulle larghe fasce di elettorato più "contiguo", che in questi anni hanno votato Lega, dopo il suo sdoganamento nazionale, permettendole di radicarsi anche in territori tradizionalmente diversi e ostili (come l'Emilia Romagna, o anche la stessa Umbria). Che faranno, cosa voteranno (se voteranno), è la domanda che ora si pone.

19 dicembre 2011

Fumo negli occhi bis

Tornando sulla serie "fumo negli occhi". A leggere i titoli degli ultimi giorni, pare che l'unica macchia ascrivibile al prode Monti sarebbe quella delle mancate "liberalizzazioni", vulnus da sanare il prima possibile, che "i consumatori prima di tutto", come ci tweetta fiero e baldanzoso Casini. Perché è evidente, sì, IMU, IVA, tagli ai servizi pensioni etc, ma tutto si risolverà, se aumentiamo il numero dei taxi in circolazione e permettiamo la vendita dei farmaci di fascia C anche nelle parafarmacie. Aspettando poi di vedere tornare crescita e posti di lavoro, "liberalizzando" biechi ordini  professionali come quello degli avvocati. Che sono noti gli stretti vincoli  medioevali, come possiamo permetterci di avere solo 500mila avvocati in Italia? Un articolo di tre settimane fa, a memento sul furore liberalizzatore.
Quindi; effettivamente abbastanza ridicoli i leghisti che provano a reinventarsi, proponendosi quali strenui avversari di una manovra economica frutto e sulla stessa linea di intervento di tutte quelle degli ultimi anni, di loro governo, ma anche tutti coloro che dopo avere giustamente attaccato e criticato Tremonti, ora si sentono in dovere di difendere la manovra Monti a spada tratta, beh non scherzano mica.

7 novembre 2011

Rivoluzione d'Ottobre, e la fine del regime italiano

7 Novembre 1917-2011: viva la Rivoluzione d'Ottobre!

Se domani, come abbastanza probabile, andrà a cadere il governo, è abbastanza sconfortante che i "Lenin" della situazione saranno Casini, la BCE, transfughi dell'ultima ora, vecchi e nuovi riciclati e reazionari.
Andiamo per ordine, cercando di analizzare brevemente la situazione. Come evidente, Berlusconi e il governo sono ormai agli sgoccioli. E' l'esito ineluttabile della crisi politica apertasi ormai da un anno, con l'uscita di Fini e di FLI, ma sinora quasi occultata, grazie ai vari Responsabili e a un'Italia fondamentalmente assopita. Un mese e mezzo fa si commentava come vivessimo in una situazione di stallo, in attesa di qualcosa che rompesse l'equilibrio. Il "quid", a ripensare agli ultimi avvenimenti, è arrivato con la bocciatura della legge di bilancio, l'ennesimo voto parlamentare sempre più striminzito e lo sfiorato colpaccio del mancato numero legale: di lì, a stretto giro, l'ennesima ondata di speculazione sull'Italia, l'Europa che ha messo alle strette l'Italia, lo strappo palese con Tremonti, la mancata promulgazione del "decreto sviluppo". E quindi, nel volgere di una settimana, il palesarsi del malcontento anche tra storici esponenti forzisti, estremisti berlusconiani come la Bertolini, Stracquadanio, e quindi l'inizio delle defezioni, sempre più numerose, dal PDL verso le sponde centriste, per arrivare infine agli appelli dei vertici stessi di Lega Nord e PDL affinché Berlusconi si dimetta. Stiamo con tutta probabilità alla vigilia di un momento di rilievo storico.
In Italia ci piace spesso richiamare momenti drammatici della storia nazionale, in modo spesso del tutto improbabile. Ma quello che stiamo vivendo in questi giorni, per quanto possa essere scontato, veramente richiama alla mente la fine di altri regimi, il suo repentino disfarsi, le velleità del resistere fino alla fine trascinando tutti con sé, gli intrighi, i fedelissimi che si trasformano in voltagabbana dell'ultima ora, lo squallore e la meschinità di questo epilogo. Se c'è un qualcosa per cui assolutamente il berlusconismo sta palesando una sua natura profonda di regime, è proprio adesso, nella sua fine. Nel fatto per cui  le dimissioni di un presidente del consiglio, e le successive elezioni, diventino un momento palingenetico. L'attaccamento insensato e irresponsabile alla carica, contro tutto e  tutti.
Dimissioni, il prima possibile, speriamo domani. Quindi voltare pagina. Con molte incertezze. Siamo in una situazione economica gravissima, a un passo dal baratro. L'unica strada che ci viene prospettata è quella, drammatica e inaccettabile, propostaci dalle istituzioni neoliberiste europee e internazionali, che rischiano di portarci sempre più a fondo, devastando lo stato sociale, con costi umani insostenibili, senza che si riesca a uscire dalla morsa della speculazione e della crisi. Non vi sono soggetti con la forza di sostenere, da subito, una via, un modello e delle idee differenti (se ve ne sono). La cosa più probabile è un esecutivo di transizione, con il compito precipuo di dare atto alle richieste suicide che ci arrivano da mesi. E sarà un governo con la volontà politica e la forza di poterlo fare. Il futuro appare buio. La sinistra plurale italiana ha perciò la necessità storica di darsi una ragione d'essere.

A domani. Come regalino, se siete arrivati a leggere fin qui, il wallpaper hd (beh!) in 16:9 della vecchia targa della sezione del PCI di Terni "7 Novembre", una delle primissime istituite nel dopoguerra, in via Eugenio Chiesa.

24 maggio 2011

Una cosa e una cosa brutta (al Giro 2011)

Una cosa bella di questo Giro d'Italia 2011?
Rispetto agli ultimi molte meno bandiere leghiste all'arrivo.
Una cosa brutta?
L'assenza del TGiro o di qualcosa di similare la sera, e del grande Gigino Sgarbozza.

Un'altra cosa bella?
"Faccio festa" cantata da Paolo Belli, anche se non c'entra niente col ciclismo.
Cosa brutta di converso?
Che la mandano in onda solo quando je pare.
Mah mah! Quanto rende filosofici e ponderati un Giro d'Italia.

8 aprile 2011

L'immigrazione disumanizzata

Forse neanche la tragedia di oltre 200 morti in mare in un unico incidente, che si sommano a tanti altri naufragi di migranti che rimangono ignorati o sottaciuti, è riuscita a smuovere un po' gli animi.
Non è un discorso di buonismo, ma è una realtà che -ed è una delle colpe più grave di anni e anni di gestione disastrosa, se non criminale, dell'immigrazione in Italia- ormai siamo arrivati al livello di negare l'umanità di un migrante. Ormai, sono entrati nel meccanismo mentale collettivo concetti come quello per cui un uomo che è entrato in Italia senza permessi commette già per questo un crimine, e nessuno riflette sul fatto è un diritto inalienabile di ciascuno di noi di potersi spostare, andare a vivere dove preferiamo e come vogliamo. E riteniamo normale che un migrante clandestino possa essere trattenuto a tempo indeterminato in un qualche "centro di identificazione ed espulsione", tendopoli o chicchessia: ahò, stiamo arbitrariamente privando della libertà personale migliaia di persone, ce ne rendiamo conto? Reputiamo normale, giusto, privare un uomo di uno dei suoi diritti primari. E questa è la conseguenza, possono anche creparne 200, ma in fondo ce ne importa poco, "cazzi loro, potevano restarsene a casa". Disumanizzati.

Nota pratica: il ministro Maroni sarà anche una delle facce migliori della Lega, ma sulla crisi degli sbarchi ha dimostrato una totale incompetenza (sperando che fosse in buonafede), ennesimo ministro per cui le dimissioni sarebbero l'unica strada. Adesso poi, ci si lamenta, giustamente, del comportamento tenuto dalla Francia, che sta chiudendo le frontiere, contribuendo ad acuire la tensione. Beh, a parte che il fatto che Sarkozy fosse un infamone ce li sapeva già da parecchio, lui come tanti altri leader di destra in Europa, ma altro non sta facendo che attuare quelle stesse identiche politiche che vorremmo e cerchiamo di applicare anche in Italia... ma se sono sulla nostra pelle, ci si lamenta... ah, e complimenti vivissimi alla nostra politica estera, prove su prove su come siamo i grandi amici di tutti, e come ce l'abbiamo noi un peso politico, a stento USA e Cina...

4 aprile 2011

Paletti: via i perugini dalla milizia regionale!

Il problema più grande della proposta delle milizie regionali proposte dalla Lega Nord, pur con tutto il fascino del "to the arms, to the arms" e dei minutemen, e del fatto che l'Umbria c'avrebbe un peso specifico maggiore di regioni ben più popolose, è che i perugini nella milizia non ce li vogliamo. Milizie provinciali allora, e poi lo vediamo chi c'ha l'industria pesante e la Fabbrica d'Armi!

30 marzo 2011

Che tempi, ahò, che tempi! Cibo ribelle e feste ingegneria

Che tempi, ahò! Che tempi!
Rondini in cielo, fiori e prati verdi, e si sta chiusi in ufficio.
Un'amnistia di fatto, diniego di giustizia per centinaia di migliaia di procedimenti, spacciata per processo breve, e a rischio di approvazione in tempi rapidissimi.
Il cibo che si ribella, come testimoniato in questa foto agghiacciante della zebra che calcia un leone.



[foto in mezzo al post, che certi orrori bisogna fissarseli bene in mente a scopo catartico]

La Lega Nord, assolutamente tra i principali responsabili del casino a Lampedusa, con una legge sull'immigrazione che da dieci anni porta il nome di Bossi, e Maroni al Ministero degli Interni, che ci speculano sopra.

Per fortuna, in mezzo a tanto male, c'è ancora qualche bella notizia, che dà la forza di tirare avanti, tipo l'annuncio della Festa di Ingegneria 2011, in programma presso la Facoltà di Ingegneria di Perugia la sera del 9 giugno, o, il trovare un volume, seppur isolato, della storia del PCI di Spriano, sugli anni dal 1926 al 1928, sullo scaffale del libero scambio della BCT.

18 febbraio 2011

Viva l'Italia, viva San Patrizio!

Viva l'Italia, viva San Patrizio!
E un "cordiale fanculo" a Lega, Marcegaglia, Gelmini, Cisl Uil e tanti altri...
A tra un mese!

11 febbraio 2011

Riflessioni economicistiche sul 17 marzo (Unità d'Italia nonché San Patrizio)

La proposta di festeggiare il 150° anniversario dell'Unità d'Italia, il 17 marzo, istituendo eccezionalmente per quest'anno un giorno festivo, pareva una delle rarissime cose buone pensate da questo governo, oltre che una buona maniera per vivere e festeggiare come si deve questa importante ricorrenza. Festa da fare come si deve, dato che ce ne ricordiamo una volta ogni 50 anni, e nella quale incredibilmente ci si potrebbe quasi tutti riconoscere, che il 25 aprile è visto come troppo politico, e il 2 giugno è ancora una data un po' artificiosa.
Oltretutto, il 17 marzo è anche il Giorno di San Patrizio, non dimentichiamocelo (ce la sapeva lunga Vittorio Emanuele II).
Pareva strano che tutto filasse liscio, finalmente una buona idea. E infatti. Invece no. Tutti a mettere in discussione la festa, strattonandola da ogni parte. Inizia la Marcegaglia, ci si aggregano - strano - i ministri leghisti, ci mette il carico la Gelmini. Oggi parrebbe che pure Cisl, Uil e Ugl vogliono che quel giorno si festeggi, ma al lavoro. Bah.
La tesi più sostenuta è che l'Italia, in tempo di crisi economica, non può permettersi un giorno di vacanza il 17 marzo, che tocca lavorare. Ahò, uno, capita ogni 50 anni una ricorrenza del genere. Due, quest'anno il 25 aprile coincide con Pasquetta, il 1° Maggio è domenica, Natale pure è di domenica, ossia tre giorni di festa in meno. Tre, la crisi è da sovrapproduzione, centinaia di migliaia di lavoratori sono in cassa integrazione perché le aziende non possono permettersi di lavorare a pieno ritmo.
Insomma, è una bella fregnaccia che il 17 marzo per il bene del paese tocca lavorare. Basta con tutte 'ste polemiche idiote, e per una volta festeggiamolo per bene il fatto di essere italiani.

22 dicembre 2010

I fatti del Senato

I fatti avvenuti ieri al Senato sono stati gravissimi.
La maggioranza tentava di forzare i tempi, per approvare la riforma Gelmini entro la giornata. L'opposizione ha individuato delle disposizioni, interne alla legge, tra loro confliggenti, che quindi necessitavano, e necessitano, di essere sanate. Tensioni in aula, e la presidente vicaria del Senato, la senatrice Rosy Mauro, della Lega Nord, sbrocca, e decide di passare al voto. Come si vede nel filmato, nel giro di neanche due minuti per alzata di mano fa votare sette emendamenti, in un modo che neanche nella più scrausa delle riunioni sarebbe tollerato, e sintomatico del disprezzo che la destra nutre per gli organi democratici rappresentativi. In tutto 'sto casino, non uno, ben quattro emendamenti vengono approvati. Da ciò si rende quindi necessario un ulteriore passaggio della legge, alla Camera dei Deputati.
A questo punto, la Mauro "sospende l'Aula" (?!? idiota fino alla fine). La maggioranza cerca di correre ai ripari. E non paghi di come avevano trattato il Senato, pretendono con Schifani di annullare l'intera sessione di votazioni, così, come se non fosse successo nulla. E alla fine così fanno.
Questo è un golpe parlamentare, preciso, senza esagerazioni. Prima si vota a cazzo, e poi si decide che quello che è stato approvato dai senatori è da annullare, e solo perché la legge dovrebbe ripassare per l'approvazione alla Camera dei Deputati, dove la maggioranza è più a rischio. Un episodio così, una forzatura, una violazione delle regole di questo livello mai s'era visto in Senato.
Per la cronaca, la riforma Gelmini tra oggi e domani viene approvata, con incongruenze e norme che si annullano a vicenda al suo interno. Per sanare questi vizi, la maggioranza sta pensando di emendarla attraverso il Decreto Milleproroghe (sempre della serie incompetenza e disprezzo della democrazia).

6 ottobre 2010

Bossi, Alemanno e la baliata

Ma si può che una querelle, ok abbastanza stupida, ma che stava per portare dritti allo scioglimento anticipato delle Camere, ossia Bossi e SPQR, finisca con pubbliche mangiate in piazza di polenta e rigatoni con la pagliata??
Comunque, per farlo pesare un po', domenica sera la pagliata (o meglio baliata, che mamma fortunatamente siamo a Terni, non a Roma, picchia, non fica!) l'ho mangiata anch'io, ma arrosto, non in umido. Ed è due passi avanti.

6 agosto 2010

Analisi, possibilità e latinetti... a settembre si balla!

Preso dagli otia, il vir bonus Nicola rischia di trascurare i negotia.
Sia mai!
A parte i latinetti, prima della partenza verso altri orizzonti un paio di parole sull'attuale situazione sono da spendere.

L'altro giorno con la quasi sfiducia a Caliendo si è certificata la crisi totale della maggioranza di governo.
Verosimilmente, si aspetta l'autunno, e abbastanza presto la crisi verrà aperta.
Che fare?
E' indispensabile scongiurare la possibilità di crisi immediata, con elezioni anticipatissime, in autunno. Sarebbe il disastro, l'opposizione versa in uno stato ancora di confusione tale che ci si ritroverebbe una nuova maggioranza Pdl/Lega Nord, solo che senza i finiani, nonostante il totale fallimento di quest'ennesima esperienza berlusconiana.
Governo tecnico, di transizione, quello che ci pare. Ma che dia uno stacco di qualche mese di qui alla primavera, faccia magari una nuova legge elettorale meno incasinata. E che permetta alle opposizioni di organizzarsi, e che lascerebbe bollire un po' Berlusconi. Ripeto, elezioni subito, con le televisioni militarizzate, e dovendo improvvisare tutto, sarebbero il suicidio finale del centro centrosinistra sinistra.
Detto questo, gli scenari. Sull'astensione a Caliendo si è profilato un fronte unico centristi sparsi/finiani. Possibile, probabile. La butto lì: legge elettorale a collegi uninominali maggioritari, e tre poli: Berlusconi/Lega, finiani/Udc/Rutelli e ulteriori spezzoni di Partito Democratico, rimanente PD/Sinistra Ecologia Libertà e boh, spezzoni sparsi. E si balla.
In quanto sopra non compare l'Italia dei Valori. E' una variabile. Di Pietro di per suo è culturalmente di centrodestra, moderato. E' solo per la fesseria fatta da Veltroni, che gli ha aperto praterie a sinistra, che vi si è buttato. Ma se SEL e Vendola saranno capaci di fare concorrenza seria a sinistra, e se avesse la possibilità di un'alternativa non berlusconiana, Di Pietro lo vedo probabile a tornare sui suoi passi, e assai disponibile a buttarsi con Fini. Le sue radici sono quelle.
L'altra grande variabile, Vendola. L'"astro nascente" del centrosinistra. Personalmente, da elettore di SEL, convince poco. Troppo personalista, inutilmente retorico. "Potere alla poesia" finché rimane una canzone dei Folkabbestia è un conto, politicamente un altro. E me lo ricordo, che un anno fa con tutti i casini della sua giunta lo si dava per politicamente finito. Poi, il pasticciaccio brutto con Emiliano, Boccia, i franceschiniani pronti a vendicarsi su D'Alema e Bersani, e tocca dare atto dell'abilità con cui ha ribaltato la frittata, con le primarie "Vendola contro tutti". Ma, oggettivamente, senza la desistenza dell'UDC, frutto delle trattative che c'erano state, ce la scordavamo la sua vittoria in Puglia, le Fabbriche e mo' la sua candidatura. Però. Fatto sta che probabilmente è la personalità con più chance, e toccherà giocarsele bene. Quantomeno, una coalizione verrà ricostruita.
Il PD in mezzo, nel fango. Che non riesca a esprimere, a livello nazionale come spesso locale, una personalità in grado di rappresentare tutto il centrosinistra, è grave. Senza voce in tv. Con Bersani che fa, come da sua formazione, il segretario di partito. Mentre, grazie all'ennesima genialata del fu Veltroni, oggi non serve un segretario di partito, ma un leader del centrosinistra. Bellu casino. Con tanti democratici pronti ad appoggiare Vendola, che è antitetico allo spirito, al progetto del PD. Vedremo un po'.

Amici, compagni, passanti, buone vacanze.

22 giugno 2010

Sangue amaro

Sarà brutto che la passione politica alle volte si riduca solo a rabbia? Però questa è l'unica cosa che ultimamente si riesce ad avere. Un nuovo ministero inventato per rincorrere la Lega e 'sta stronzata del federalismo, e per di più affidato a un uomo, Brancher, dal passato assai chiacchierato; la Fiat che oggi ha fatto votare il referendum ricatto a Pomigliano (che se anche fosse un buon accordo, senza un pesante aumento dei ritmi di produzione, privo dell'attacco alla contrattazione nazionale, al diritto di sciopero, non è questo il metodo, non si può dire, o si accetta la nostra proposta, senza modifiche, oppure niente investimenti e addio stabilimento... un'eccezione si dice... ma è dalle eccezioni che si parte per stravolgere le regole); il Governo che si inventa, tanto per distogliere l'attenzione dai vari casini, e per togliere un altro tassello all'idea di democrazia progressiva, alla "repubblica fondata sul lavoro" che sarebbe dovuta essere l'Italia, la storia per cui la libertà d'impresa sarebbe soffocata dall'articolo 41 della Costituzione. Rabbia, è questo quello che ti rimane, il doversi fare il sangue amaro.

3 giugno 2010

Note varie: Gaza, manovra, 2 Giugno

Note sparse sulle questioni di questi giorni.

L'assalto israeliano alle navi dirette a Gaza. Già si è detto che atto barbaro, inutile, insensato e controproducente per gli interessi stessi di Israele sia stato. Degna di nota invece la reazione del governo italiano: il primo giorno, quando addirittura si parlava di 19 vittime civili, Frattini s'è limitato a "deplorare" l'accadimento. E dopo aver votato contro la mozione di richiesta di una commissione di inchiesta internazionale, poiché l'esercito israeliano è tanto bravo a farsela da solo l'inchiesta (come quella nostra parlamentare sul G8), abbiamo pure ringraziato il governo israeliano, che è stato così gentile da liberare i cittadini italiani sequestrati e malmenati a bordo delle navi. Ci si associa. Grazie!

Manovra ed evasione. Brutta storia.  Immancabile esito dopo due anni sprecati a dire che la crisi non c'era o che era già passata, e non prendere misure di conseguenza. Manovra sconclusionata, affrettata, e che peserà soprattutto su chi già ne risente ogni giorno della crisi. Tagli agli enti locali, nuovi pedaggi etc; però nessuna nuova tassa eh?! Piacevole il passaggio sulla reintroduzione della tracciabilità dei pagamenti, spauracchio dello stato di polizia tributaria vischiana evocato per anni dal centrodestra: previsti 10 miliardi di euro per l'anno a venire, come dire ammettere che in questi due anni è stata permessa l'evasione fiscale di 20 miliardi di euro. Notevole la faccia da culo di Berlusconi, a smentire le svariate affermazioni e atti quantomeno di corrività con l'evasione fiscale.

L'assenza dei ministri leghisti, tra cui il titolare degli Interni Maroni, dalle celebrazioni della Festa della Repubblica. Non è una novità. Però.... BAH.

23 aprile 2010

Analisi della Direzione Nazionale del Pdl

La resa dei conti tra Fini e Berlusconi, scoppiata in modo così virulento dopo le Regionali, e concretizzatasi oggi alla Direzione nazionale del Pdl, un po' lascia sconcertati, per tempi, modi, e radicalità dello scontro. Cose mai viste neanche nella peggiore conflittualità interna al centrosinistra.
Le ragioni di Fini sono pienamente condivisibili. E' chiaro il disagio a permanere in un partito disegnato a immagine di Berlusconi, per il suo utilizzo personale. E sono esatte le valutazioni sulla Lega Nord eccessivamente preponderante nella coalizione.
Però sono problemi che sono insiti si può dire proprio ontologicamente nel Pdl, fin dalla sua nascita. Non era ipotizzabile che, sciogliendo Forza Italia, Berlusconi fosse intenzionato a creare un partito "normale", con i suoi spazi di discussione e democrazia interna.
Valutazione. Fini non ha né le forze (è innegabile che le sue posizioni siano di minoranza, su ogni aspetto, nell'elettorato di destra) né il coraggio politico di andare fino in fondo, e uscire dal Pdl. Restando nel centrodestra, ma fuori dal Pdl. In molte altre occasioni ha avuto la possibilità di fare il grande passo, ma alla fine è sempre tornato nell'ovile. Si veda la nascita stessa del Pdl, all'epoca del "predellino", nel dicembre 2007. La tensione con Berlusconi anche allora era altissima, si era alla crisi della Casa delle Libertà, e Fini salutò con disprezzo l'idea di Berlusconi di un partito unico del centrodestra sotto le sue insegne. Poi, tempo un mese, e la crisi di governo del centrosinistra, ed eccolo tornare con la coda fra le gambe, e aderire al Pdl sciogliendo Alleanza Nazionale.
Ma Fini può essere costretto a tale passo. Berlusconi non ha la capacità di gestire queste forme di dissenso. Che potrebbero rientrare senza problemi nella normale dialettica interna a un partito. Ma a lui manca del tutto la tolleranza e la capacità di mediazione. Nuovamente, è indicativo il 2008, col caso di Casini: fosse stato per lui, sarebbe rimasto senza problemi nella coalizione di centrodestra. Ma Berlusconi si impuntò, pretendendo -come appunto aveva appena fatto Fini, e con la significativa eccezione della Lega Nord- la lista unica del Pdl e lo scioglimento dell'Udc. Così che Casini si ritrovò costretto ad andarsene, e a correre da solo.
Ecco, tale situazione potrebbe oggi ripresentarsi con Fini e i suoi fedelissimi.

31 marzo 2010

Elezioni regionali 2010: analisi

E' il caso di affrontare la pagina politica, che non pochi sono i temi all'ordine del giorno dopo le Regionali.
Partiamo dall'analisi dei risultati.
Le regioni contendibili erano solo quattro: Basilicata, Marche, Umbria, Toscana ed Emilia Romagna erano, anche grazie, come qua in Umbria, all'insipienza dell'avversario, sicure per il centrosinistra; Lombardia e Veneto, più Campania e Calabria (e per queste non è forse neanche un male tirarsene fuori dalla gestione) erano sicure al centrodestra; rimanevano quindi, a fare la differenza, Lazio, Puglia, Piemonte e Liguria. Se il centrosinistra fosse stato in grado di vincere in tutte e quattro, sarebbe stata una grande vittoria; vittoria se tre su quattro; risultato moderatamente positivo, se, come è successo, pareggio. Il bicchiere insomma è mezzo pieno. Seppur piccolo, un passo avanti è stato fatto. Insomma, se per 10mila voti il Piemonte non fosse andato a Cota, oggi staremmo a parlare di un'altra situazione. Grossa quindi l'incazzatura verso i voti persi a favore del candidato "grillino", suicidio politico, o tagliarsi le palle da soli, come qualcuno ha sinteticamente definito, per 50mila votanti. Anche per il Lazio peccato, lo si è mancato di poco. Ottime vittorie in Liguria, e soprattutto in Puglia invece. Insomma, nella valutazione complessiva, fermo restando che alla fine il risultato è quello che conta, prima di fare processi bisogna tenerlo a mente che si è sfiorata la grande vittoria.
Dati negativi. La Lega Nord, grande vincitrice di questa elezione. Due presidenti di regione, avanzamento (anche estremamente consistente come in Emilia Romagna) in molti territori non "tradizionali". In Umbria un consigliere regionale porca miseria. E' grave, è la prova del definitivo sdoganamento nazionale da parte dell'elettorato destroide (e non solo). Le istanze della Lega stanno diventando le istanze di gran parte del paese. Pessimo segnale. L'avanzamento dell'Italia dei Valori e del suo opportunismo, e dell'antipolitica in genere. Il cattivo risultato dell'Emilia Romagna. Le Sinistre sostanzialmente al palo in tutta Italia. Di base, si sta affermando una sensibilità comune in cui i valori della Sinistra sono estranei. E non potrà mai essere il Partito Democratico la risposta.
Dati positivi. Pochi assolutamente positivi. La Puglia forse. Ma, di nuovo, ogni minimo passo avanti, specie considerando la situazione di qualche mese fa, è un dato positivo. In più, seppur bilanciato molto negativamente dalla crescita della Lega, il dato del Pdl: estremamente basso, poco sopra il PD, segno che oggettivamente il Berlusconismo è in crisi, e sta facendo il suo corso. Magari trovando soluzioni ed evoluzioni a destra, ma intanto la crisi c'è.
Altre cose sparse.
Nichi Vendola. La diffidenza verso un leader, a sinistra, rimane fortissima. Ma il modo da cui è uscito dalla crisi delle inchieste dell'anno scorso alla Regione Puglia, ha vinto le Primarie, ha gudagnato consenso trasversale e ha rivinto le elezioni lo fanno diventare una speranza per il domani. Una speranza di alternativa, di sinistra, per la leadership di una colazione che a oggi manca.
Partito Democratico. Risultato discreto. Di più difficilmente si poteva ottenere. Bersani deve andare avanti. Cambiare passo di sicuro, lasciar perdere la stronzata del dialogo privilegiato con l'Udc, e proseguire il cammino unitario. Questa è di fondo la differenza con la minoranza del partito, il proporre una prospettiva politica per il futuro. Le polemiche di gran parte di Area Democratica, secondo cui sarebbe stata una disfatta (ingiusto, come anche Chiamparino ha rimarcato) sono ingenerose. Specie alla luce della condotta che dopo il congresso la minoranza francheschiniana ha tenuto. Si veda l'Umbria ad esempio. Con la polemica autodistruttiva fino all'ultimo.