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24 aprile 2013

I limiti del #OccupyPd

Lo spirito di fondo che anima in questi giorni le varie "occupazioni" in giro per l'Italia delle sedi del PD da parte di giovani militanti (o presunti tali) evidenzia quella che è una delle più serie ipoteche sulla possibilità di una sinistra ampia e rinnovata in Italia: la ricerca esasperata dell'unanimismo e della - presunta - unità interna anche quando diviengono meri feticci, del tutto fini a sé stessi, che, come dice giusto qualcuno, porta a confondere e a sacrificare i contenuti per il contenitore, e che, unitamente a una certa innegabile boria di partito con la P (quasi) maiuscola, impedisce di prendere atto del fallimento del PD, di fare autocritica, sugli errori che fin dalla origine ne hanno determinato - e viziato - la nascita, e di permettere di costruire finalmente qualcosa di nuovo, e di utile, a sinistra.

25 marzo 2009

Dare atto

Tocca dare atto che questo "Popolo delle Libertà" lo costituiscono veramente. Quando un anno fa si presentarono con questa lista alle elezioni, l'avevo considerata una mera trovata elettoralistica per conquistare il premio di maggioranza. E non vedevo ragioni politiche che giustificassero lo scioglimento di Forza Italia e Alleanza Nazionale. Adesso però An s'è sciolta, e questo weekend verrà fatto il congresso costitutivo. Le ragioni politiche di ciò continuano a non essere pervenute, specialmente per Alleanza Nazionale. L'unico per cui il Popolo delle Libertà rappresenta oggettivamente un vero successo, è Silvio Berlusconi, che con una base politica stabilmente sopra un terzo dell'elettorato si è assicurato politicamente per tutti gli anni che ancora toccherà sorbirselo nella vita pubblica.

Tocca dare atto che Dario Franceschini come segretario del Partito Democratico se la sta cavicchiando. Sarà che alcuni nodi vengono al pettine, ma c'è comunque bisogno di qualcuno che li faccia presente all'opinione pubblica. E Franceschini lo sta facendo. Nel Pd continua a mancare la strategia di lungo periodo (vabbe' anche del medio), ma comunque in certi periodi un po' meno Kennedy e un po' più ribattere ogni giorno punto per punto è utile.

Tocca dare atto che nei Giovani Democratici da ciò che posso vedere c'è in atto un vero ricambio generazionale negli organismi dirigenti. Almeno qua in Umbria, in tal senso ne vedo molti di compagni delle classi tra il 1984 e il 1988. C'è anche da dire che se non ora, quando, e l'incisività dell'organizzazione è ancora tutta da dimostrare. Ma intanto è positivo.