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11 maggio 2013

Giro d'Italia 2013 alla (quasi) partenza!

"Non abbiate paura", il Giro d'Italia 2013, pur non essendo troppo ancora entrato in atmosfera, lo si sta seguendo.
E, in fiduciosa attesa di Nibali, tocca rendere merito alla grinta dimostrata, ancora una volta, da Danilo Di Luca.

Velo pietoso invece sugli anglicismi, la cronica sottoesposizione di Sgarbozza, la maglia verde che continua a non essere verde.

1 giugno 2012

Il Giro all'arrivo! - Ed. 2012

Sinceramente, questo del 2012 non è stato "un gran bel Giro". Ha appassionato poco, molti pochi spunti interessanti. E in pratica s'è dovuto arrivare agli ultimi tre giorni per vedere veramente un po' di movimento.
Il percorso in sé non sarebbe stato malaccio, non il migliore dei Giri, salite globalmente non mostruose, ma per chi aveva gambe e voglia di fare la differenza le possibilità ci sarebbero state senza problemi. Ecco, quella che è mancata forse è stata la cronoscalata, che con la corsa di quest'anno avrebbe obbligato i corridori di punta a scoprirsi di più. Era bella la tappa marchigiana, tutta saliscendi, anche se non è stata in alcun modo sfruttata. E, paesaggisticamente parlando, l'attraversamento del Ternano/Amerino. Ma soprattutto però, il maggiore difetto del percorso è stato quello di concentrare eccessivamente le giornate con le salite più impegnative negli ultimissimi giorni, mentre la settimana intermedia è stata globalmente quella più noiosa, praticamente di mero trasferimento. E ciò si  è visto nella gestione della corsa da parte dei corridori di classifica, tutti a controllarsi a vicenda, tutti raccolti fino alla fine nell'arco di nemmeno due minuti, tutti sempre in gruppo fino a 500 m dal traguardo.
I corridori cosiddetti big non si può dire, appunto, abbiano entusiasmato. Hesjedal per carità, complimenti, specie per la tenacia nei momenti chiave, ma ha fatto la differenza nelle cronometro iniziali e finali, all'attacco praticamente mai. Rodriguez forse, per media di gara, poteva meritare maggiormente la vittoria finale, ma anche lui la maglia rosa era riuscita a conquistarsela quasi unicamente con gli abbuoni , con gli scatti all'ultimo km: comunque gli si rende merito, i suoi cambi di ritmo (molto bella la rimonta sullo Stelvio) sono stati praticamente gli unici. E contento che abbia soffiato la maglia della classifica a punti a Cavendish. Ecco invece, De Gendt, scoperto alla penultima tappa, tra il Mortirolo e lo Stelvio, avrebbe dato gusto se fosse riuscito nell'impresa di vincere il Giro. Terzo posto pienamente meritato. La sua azione, di corridore che si reputava fuori classifica, con l'attacco sullo Stelvio, è stata l'unica vera, bella azione, realmente emozionante, di questo Giro d'Italia, dopo giorni passati tra gli altri corridori, anche sui passi più impegnativi, in scattini, test, volate solo sul traguardo.
Gli italiani hanno deluso. Scarponi boh, mai convinto più che tanto, e Cunego non lo si capisce, da anni: volendo ha fatto un discreto Giro, ma il senso della sua corsa è stato abbastanza misteriosa. Dispiace per Ivan Basso: l'impressione è che, purtroppo, ormai l'età cominci a farsi sentire, le gambe non sono più quelle anche di due anni fa. Comunque, estremamente dignitoso, quello che poteva fare l'ha fatto, anche se, col senno del poi, il controllo totale della corsa da parte della Liquigas per tutto il Giro non è stata la migliore delle idee, tenendo bloccata la gara e finendo per avvantaggiare corridori con squadre più deboli. Vediamo che fa al Tour Nibali, e come cresceranno i vari Rabottini, Caruso, Pozzovivo: al momento però, l'Italia non pare proprio in grado di offrire ciclisti ai massimi livelli.
Altre cose sparse: il Processo alla Tappa non è piaciuto, Alessandra De Stefano tira molto poco. Non si capisce il perché dell'esilio dagli orari caldi di Gigi Sgarbozza, così come l'avere eliminato le ricognizioni di Cassani, sostituite in modo molto indegno.
All'anno prossimo.

17 maggio 2012

Decima tappa del Giro, Civitavecchia-Assisi! E un commento a metà del Giro d'Italia

15 Maggio 2012, decima tappa del Giro d'Italia, Civitavecchia-Assisi: ma quant'è stato bello il Giro mentre passava sulle colline tra Amelia e Acquasparta, con i monti di Terni sullo sfondo (e con tanto di bandiere rossoverdi lungo la strada sulle curve)?
Ciò detto, un bilancio a metà giro. Il percorso è interessante, e sulla carta l'ultima settimana dovrebbe poter dare spettacolo. La partenza addirittura in Danimarca non c'aveva proprio particolarmente senso; belle particolarmente, anche se potevano dare di più, il tris di tappe tra le Marche, l'Abruzzo e la Campania. Unico neo, ma è molto una costante negli ultimi anni, la mancanza di particolare iniziativa, salvo qualche isolato sprazzo nei finali, dei vari big; vabbe', a maggior ragione, si spera che sia stimolo per darsi tutti una bella svegliata in montagna. E comunque, daje Basso!
Ah sì, Raisport (i commentatori della Gazzetta, dopo aver irriso il Diavolo, hanno chiuso con me): ma come si può ignorare sistematicamente, al TGiro e al Processo, il mitico Sgarbozza? Bah! E altra carenza, le ricognizioni di tappa: presentazioni assolutamente sommarie, superficiali e poco chiare, molto meglio quelle del buon vecchio Cassani.

6 giugno 2011

Lunedì sportivo bis: Giro d'Italia 2011 all'arrivo

Vabbe', proseguiamo il lunedì sportivo con notizie un po' migliori.
Giro d'Italia 2011. Tirando le somme, un giro non malaccio. Sulla carta, poteva essere molto interessante, con un bel tracciato, tappe di montagna e arrivi di tutti i tipi. Alla fine però (anzi, dopo pochissimi giorni) è stato ammazzato dall'eccessivo squilibrio tra il vincitore Alberto Contador, che parrebbe (il condizionale è d'obbligo, visto il suo essere un po' "chiacchierato") avere dimostrato una condizione fisica eccezionale, dominando la corsa in tutti i suoi momenti cruciali, e i diretti avversari, Nibali e Scarponi: con tutto l'impegno che hanno dimostrato, erano oggettivamente un passo indietro. Ecco, fin dall'inizio si vedeva a prima vista che quest'anno, tra pensionamenti, scelte sportive e sospensioni disciplinari, rispetto al passato era un'edizione con pochi grandi nomi, di livello qualitativo più basso del solito tra i partecipanti: lo stesso tracciato in un'altra edizione avrebbe regalato ben altro spettacolo.
Nota finale di merito a Stefano Garzelli, che nonostante gli anni continua a dare il massimo che può, e s'è meritato ampiamente la maglia verde; peccato solamente che non è riuscito a vincere nessuna tappa.
E nota finale di demerito per la Rai, che oltre ad avere ormai praticamente oscurato il grande Gigi Sgarbozza, ha anche eliminato da una fascia oraria di programmazione decente un qualche programma di approfondimento sul Giro, come era il mitico TGiro.

[si ritarda sempre un po' il commento finale sul Giro d'Italia sul blog... sarà un qualcosa di inconscio che spinge a prolungare il più possibile le emozioni, le sensazioni, le gioie che Maggio e il Giro portano ogni anno? qui si pensa proprio di sì]

24 maggio 2011

Una cosa e una cosa brutta (al Giro 2011)

Una cosa bella di questo Giro d'Italia 2011?
Rispetto agli ultimi molte meno bandiere leghiste all'arrivo.
Una cosa brutta?
L'assenza del TGiro o di qualcosa di similare la sera, e del grande Gigino Sgarbozza.

Un'altra cosa bella?
"Faccio festa" cantata da Paolo Belli, anche se non c'entra niente col ciclismo.
Cosa brutta di converso?
Che la mandano in onda solo quando je pare.
Mah mah! Quanto rende filosofici e ponderati un Giro d'Italia.

11 maggio 2010

Giro 2010 - Alla partenza

Cerchiamo di sollevarci, sempre in tema sportivo, parlando del Giro d'Italia, mentre che, finita la 3 giorni inaugurale in Olanda, stanno tornando in territorio italiano.
Come tracciato finalmente quest'anno pare serio, con belle montagne: Zoncolan, cronoscalata del Plan de Corones, Aprica, Tonale, Gavia e svariate altre. E poi la chicca, domenica, col Giro che dopo tanti anni ripassa per Terni, con Gran Premio della Montagna a Marmore (fa ride!) e arrivo al Terminillo.
Vediamo un po' i corridori, se saranno all'altezza. Tanti nomi o sono vecchi e si sono ritirati (Simoni, Savoldelli), o sono usciti per doping e affini (Riccò, e poi con un certo beneficio del dubbio Di Luca e Pellizzotti), o non partecipano (alcuni stranieri). Rimane piuttosto aperto quindi, con molte incognite, tra cui i due Liquigas Nibali e come al solito Ivan Basso...
Non si piange per la perdita alla cronaca di Auro Bulbarelli, e si attende speranzosi il grande Gigi Sgarbozza.
Dai che è un gran bel Giro!

28 maggio 2007

Il giro

Si sta seguendo (anche troppo!) il 90esimo Giro d'Italia.

Merita sempre. Un po' troppo spesso i corridori di punta sembrano avere paura di esporsi, e rimangono sempre tutti là. Ma tappe come quella di ieri valgono tutto il Giro. Da Trento alle Tre Cime, attraversando le amate Dolomiti a Moena, Passo San Pellegrino, Giau, Cortina, Misurina. Fugone spettacolare di Piepoli e Riccò, Mazzoleni che sfiora l'impresa, Di Luca potente che salva tutto alla faccia di quei munchi dei suoi diretti avversari (Cunego e Simoni).

Grande il Diavolo sul Giau. Peccato Sgarbozza solo al Processo.

Una bici non s'ama. Si lubrifica.

8 maggio 2007

Basso Ivan

Delusione perché pareva veramente di aver trovato il più grande ciclista del mondo. Però tanto di cappello per un uomo che comunque ha avuto per primo i coglioni di parlare. Che è nell'aria, ce lu si sa che certe cose sono generalizzate, fin dai bassi livelli.
Sabato ricomincia il Giro d'Italia. Che sia un gran bel giro! [che tanto il grande Gigi Sgarbozza ormai non lo tocca più nessuno!]