Visualizzazione post con etichetta franceschini. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta franceschini. Mostra tutti i post

16 marzo 2013

Auguri alla compagna Boldrini! Sull'elezione dei presidenti delle Camere

"Il mio pensiero va a chi ha perduto certezze e speranze. Abbiamo l'obbligo di fare una battaglia vera contro la povertà, e non contro i poveri: dobbiamo garantirli uno a uno. Quest'Aula dovrà ascoltare la sofferenza sociale. Dovremo farci carico dell'umiliazione delle donne uccise da violenza travestita da amore. Dovremo stare accanto ai detenuti che vicono in condizioni disumane e degradanti. Dovremo dare strumenti a chi ha perso il lavoro o non lo ha mai trovato, a chi rischia di perdere la Cig, ai cosiddetti esodati, che nessuno di noi ha dimenticato. Ai tanti imprenditori che costituiscono una risorsa essenziale per l'economia italiana e che oggi sono schiacciati dal peso della crisi, alle vittime del terremoto e a chi subisce gli effetti della scarsa cura del nostro territorio [...] Un saluto anche alle istituzioni internazionali e - permettetemi - anche un pensiero per i molti, troppi volti senza nome che il nostro Mediterraneo custodisce."
Grande soddisfazione per l'elezione della compagna Laura Boldrini alla presidenza della Camera dei Deputati. Quantomeno questo, e per quel che potrà durare.

Nel complesso dell'elezione dei presidenti delle Camere, indubbiamente la scelta di presentare la Boldrini e Grasso anziché Franceschini e la Finocchiaro, personaggi che anche personalmente digerisco assai male, è stata saggia. Poi i numeri al Senato li conosciamo tutti, vediamo quello uscirà fuori. Certo, se in nome del presunto "sono tutti uguali", i grillini finiranno per favorire un'eventuale rielezione di Schifani, si qualificano da soli.
Sarebbe opportuno o condivisibile in linea di principio che il centrosinistra non abbia entrambe le presidenze? Alla luce del risicatissimo risultato elettorale, indubbiamente sì. Solo che su ciò si potrebbe ragionare se si avesse un Parlamento normale, in cui fosse possibile il dialogo. Mentre diventa impossibile quando il M5S rifiuta aprioristicamente ogni confronto politico, sul merito appunto dei candidati, e per contro sbrodolerebbe se il dialogo avvenisse tra centrosinistra e centrodestra (poi, perché se lo diceva D'Alema due settimane fa, tutti a gridare all'inciucio, mentre magari gli stessi oggi la pretendono la condivisione delle cariche istituzionali...).

26 ottobre 2011

Sul "dibattito" in casa democratica

Di fronte agli ulteriori sviluppi della scena nazionale, con il governo agli sgoccioli, del tutto impotente ad affrontare alcunché, con la necessità e alta probabilità di andare a elezioni in primavera, e soprattutto con l'Italia stretta tra la crisi economica e finanziaria e un vero commissariamento di fatto da parte dell'UE, e la necessità impellente di trovare un diverso modello e proposte economiche che non siano il fare cassa sullo smantellamento della spesa sociale, desta non poca perplessità come il tema che pare essere al centro del dibattito del Partito Democratico siano i vari movimenti di Civati, Renzi, Serracchiani e "trenta/quarantenni". 
Nel contesto sopra descritto, l'urgenza pare essere il tema generazionale, e le proposte "concrete" avanzate sono perlopiù contraddittorie tra loro, su temi di secondo piano, se non apertamente destrorse, in genere nulla più che bei pensieri e buoni propositi. Con personaggi al centro dell'attenzione mediatica costruiti su basi fragilissime, dei quali non è dato sapere quali siano doti e meriti reali per cui bisognerebbe guardare loro come futuri leader del centrosinistra. L'avere un blog? Il parlare toscano? Debora Serracchiani ad esempio, chi è, che ha fatto? Qui si ricorda solo un intervento un po' critico a una qualche assemblea del PD, quindi il suo essersi accodata alla per fortuna breve stagione del "franceschinismo", e catapultata in Europa. Per carità, sarà una brava persona competente nel suo campo e tutto, ma come se ne possono trovare tanti tra gli iscritti di ogni circolo.
Nato male il PD, anzi, partito che non doveva proprio nascere, niente più che una sorta di bisogno auto-indotto a seguito del riconoscimento da parte dei dirigenti stessi di DS e Margherita della rinuncia e conseguentemente del fallimento a conseguire gli obiettivi che si erano proposti come partiti autonomi; "cresciuto" e proseguito altrettanto male, anzi peggio, essendo venuti alla luce una serie nodi ed essendosi aggravati problemi già preesistenti. E che oggi è del tutto inadeguato all'attuale momento storico.
Rimaniamo in attesa delle polemiche di area centrista per la presenza alla manifestazione nazionale del PD del 5 novembre dei leader del Partito Socialista Francese e dei Socialdemocratici francesi.

2 aprile 2010

Tornando sull'analisi

Ritorno un attimo sull'analisi del risultato delle Regionali.
La vulgata corrente è quella della grave sconfitta.
Ripeto, non sono d'accordo. Forse partivo con aspettative più ridotte, e quindi la delusione è stata minore. Le Regioni contendibili erano 4. Ne abbiamo vinte solo due. Il Piemonte di pochissimo lo abbiamo perso. Se lo avessimo preso, era tutta un'altra storia. Idem il Lazio, andati vicinissimo alla vittoria, partendo da condizioni, dopo le dimissioni di Marrazzo, in cui ciò pareva impossibile. Certo, alla fine conta il risultato, e seppur di poco non abbiamo vinto, ma non si può trascurare che la sconfitta è stata molto di misura.
Destano abbastanza stupore tutti quelli che adesso rinfacciano e proclamano (magari dopo neanche essersi spesi a fondo per i candidati, come per la Bonino) come sarebbe stato vincerle queste elezioni. L'aria era buona, e qualche passo avanti è stato fatto. Pensare che si potessero sovvertire anni di strapotere delle destre è assurdo.
Comunque, all'interno del Pd, a Franceschini e compagnia sarebbe solo da ricordare che i risultati conseguiti domenica e lunedì, che ora definiscono grave sconfitta, sono piuttosto analoghi a quelli delle Europee dell'anno scorso, che invece in quell'occasione furono considerati così lusinghieri da giustificare la candidatura alla segreteria del partito...

22 gennaio 2010

Understatement comunicativi

Un discorso che si sente fare spesso, in questi giorni di difficoltà politiche evidenti del Partito Democratico, è la lamentela sulla scarsa presenza e visibilità del segretario Bersani (tranne che quando c'è bisogno di polemizzare, come settimana scorsa al "caminetto", in cui le minoranze l'hanno accusato di scarsa collegialità... ma vabbe').
In parte sicuramente è vero, non si sta certo muovendo al meglio, delle responsabilità della segreteria nazionale in tutti 'sti casini ci sono.
In parte, non c'è un sistema televisivo favorevole che ti concede visibilità, e anche la carta stampata di larga diffusione, il gruppo Repubblica, non è particolarmente affine alla segreteria Bersani.
In parte, concentrandoci sulla poca visibilità, Bersani però l'aveva anche preannunciato in un'intervista di qualche settimana fa, quando ha sostenuto che avrebbe rilasciato dichiarazioni e sarebbe andato in televisione solo quando necessario. Una scelta voluta di understatement.
Che poi, andando con la mente solo fino a pochi anni fa, la sovraesposizione mediatica del segretario di un partito, cui ci siamo rapidamente assuefatti, è roba recente. E' da quando Veltroni è diventato segretario, ed è cresciuto esponenzialmente nei mesi di Franceschini, che ci si è abituati a vedere ogni giorno il segretario in televisione a esternare e rilasciare dichiarazioni (che per come si svolge la vita politica oggi, e con l'importanza della televisione, in parte senza dubbio ha degli aspetti positivi). La linea "comunicativa" tenuta da Bersani e la sua concezione della segreteria non è dissimile da quella che era la norma fino a Fassino.

12 gennaio 2010

Acidità democratiche

Ci si stava ricordando poc'anzi di tutte le lamentele di certi democratici su come Veltroni fosse stato logorato dai suoi compagni di partito fin da subito, di come comunque fossero andate le primarie il giorno dopo tutti come un sol uomo dietro al vincitore, anche se fosse stato Bersani etc.
E si confrontava tutto ciò con la continua guerra di posizione, che come nel caso Agostini-Lorenzetti qua in Umbria (o l'ostilità alla Bonino in Lazio) potrà portare a gravissime conseguenze, che l'area franceschiniana sta continuando a condurre nonostante che il congresso/primarie, tenutosi su toni caldissimi essenzialmente per causa loro, sia finito in modo estremamente chiaro ormai tre mesi fa.

[sempre per rimanere in casa democratica, alcuni della minoranza commentano con una certa soddisfazione la dichiarata ricerca dell'alleanza con l'Udc, perché sarebbe la riprova dell'errore della sinistra, interna o esterna al Pd, che ha scelto Bersani, e che così impariamo (prima persona perché anch'io ci rientrerei). Da commentare solo come l'alleanza con l'Udc sia purtroppo una scelta di realismo, il necessario sbocco della politica velleitaria del "correre da soli", se non di base della nascita del Pd stesso, che se si passa dal ricercare un'alternativa di sinistra al ricercare un'alternativa di centrosinistra, inevitabilmente sposti a destra l'asse politico; e almeno Bersani l'aveva dichiarato chiaramente in campagna elettorale, senza le reticenze e le posizioni variegate che c'erano dietro Franceschini a tal proposito]

Scusate l'acidità, ma ogni tanto tocca farla scappare fuori.

30 ottobre 2009

"Oddio! Rutelli ci lascia?!" "No sciocchina... va ad aspettarcinell'UDC."

L'altro giorno si ironizzava un po' sull'uscita di Rutelli dal Pd.
Ci sarebbe in realtà poco da essere contenti.
Come scriveva Bobo ieri su l'Unità, "Oddio! Rutelli ci lascia?!" "No sciocchina... va ad aspettarci nell'UDC.".
La situazione è pesa. Una delle poche cose emerse chiaramente dal congresso del Pd, Bersani come Franceschini, è la volontà di ricercare alleanze il più possibile diffuse e organiche col centro, con l'Udc. Che potrà così trattare da posizioni di forza le allenze con chi, tra centrosinistra e centrodestra, di volta in volta offrirà la posta maggiore.
Ricordiamoci anche, che non guasta, che l'Udc è stato per anni partito pienamente organico alla Casa delle Libertà, un partito di centrodestra che solo per la fissa presa anno scorso a Berlusconi di presentarsi con una lista unica alle Politiche oggi è all'opposizione.
Come possa conciliarsi per un progetto di alternativa di centrosinistra, è un po' un mistero.
Bell'affare la "vocazione maggioritaria" e l'archiviazione dell'Unione.


24 ottobre 2009

Primarie 2009, voto per Bersani

Alle Primarie del 25 Ottobre del Partito Democratico, visto che il regolamento balordo lo permette, partecipare, e votare Pierluigi Bersani segretario.
Un compagno serio, preparato, con una reale conoscenza del mondo del lavoro italiano, di come funziona un partito. Senza nuovismi inutili, per un partito legato alle classi lavoratrici, al sindacato. Con un'identità chiara, che affronti e risolva le contraddizioni irrisolte da tre anni di progetto di Partito Democratico.
No a Franceschini e alla continuità del gruppo dirigente degli ultimi 10 anni che hanno portato il centrosinistra italiano al pietoso stato attuale. A un modo di fare politica eccessivamente retorico, dai toni populistici. Che dietro di sé continua a portarsi tutto e il contrario di tutto, come fu due anni fa per Veltroni. Una scarsa serietà, di chi dopo aver perso malamente le elezioni europee si rimangia quanto detto pochi mesi prima, e inizia una campagna aggressiva, ostile, trattando i propri compagni di partito -e che rappresentano il 55% degli iscritti, ricordiamocelo- come avversari politici.
Mi sa voto disgiunto al Regionale: beh che non glielo dai il voto a Valerio Marinelli?

2 ottobre 2009

Che si desse una calmata

Le affermazioni di Penati, coordinatore della mozione Bersani, secondo cui a seguito dei risultati del congresso Franceschini di fatto non deve più considerarsi segretario del PD sono effettivamente un po' eccessive. Che in effetti tocca aspettare le primarie.

Però un fondo di sostanziale verità c'è. Bersani s'è affermato nettamente ai congressi di sezione, e Franceschini farebbe bene a darsi una calmata, evitare di utilizzare la sua visibilità di segretario in maniera strumentale nel confronto congressuale (quello che si diceva sabato), e moderare i toni che certe drammatizzazioni sono inutili e in malafede.

26 settembre 2009

A piantar bandiere durante i congressi

L'andare alle sorgenti del Po a piantare il tricolore, te, segretario di un partito, mentre sono in corso i congressi, come ha fatto oggi Franceschini, è solo l'ennesimo esempio del suo tipico atteggiamento populista e retorico.
Si fosse pensato invece a non dare sponde alla Lega in tutta una serie di passaggi parlamentari.

9 giugno 2009

Europee 2009: Analisi

Che andavano male lo si sapeva, quindi nessuna particolare sorpresa. Anzi per certi versi sono andate discretamente. Vediamo.
Popolo delle Libertà - Il 35,3% è un brutto risultato. Non in termini assoluti, ma in confronto alle aspettative, alla retorica del "il Paese è con me", anche a confronto con le politiche di un anno fa, il dato è oggettivamente basso. Astensione, travasato alla Lega, come ci pare, ma il risultato è quello.
Partito Democratico - Discorso in parte rovesciato. Il 26,1% è un pessimo risultato sicuramente, ma della serie "poteva anche andare peggio" tocca dare merito a Franceschini di essere riuscito a salvare la baracca. Poi vabbe', viene da chiedersi se veramente c'era tutto 'sto bisogno di "una grande forza riformista di stampo europeo" (???), ma ormai è troppo tardi per tornare indietro. Si pensi invece come fare a recuperare i voti finiti all'Italia dei Valori.
Sinistra e Libertà - Mah mah. Così come la "Lista Anticapitalista" con tre decimali in più, risultato discreto, il 3,1%. Nelle aspettative. In Parlamento non ci vai, ma hai una buona base di partenza per continuare il progetto politico. Specie se in alcune zone (il Sud) dimostri un buon radicamento. Per tutti invece, tocca cercare di capire come fare qualcosa al Nord...
Udc - Più che stabile.
Lega Nord e Italia dei Valori - I vincitori di queste elezioni. E per entrambi, seppur per cose differenti, un risultato molto preoccupante. Per la Lega perché si dimostra in sintonia con fasce sempre più ampie di popolazione, dando sfogo spesso a molte delle pulsioni peggiori. Per l'Idv, perché si fa sempre più concreto il rischio che diventi l'alfiere di quello che era il popolo di sinistra. Puntando a ulteriori aumenti di consenso. Bardasci, tra Pd e Idv cento volte meglio Pd. Con tutti i limiti che ha, non è un partito populista e personalistico. Per usare paroloni, la crescita dell'Idv è la cifra della crisi della cultura politica di sinistra, che preferisce indignarsi per il conflitto di interessi piuttosto che per politiche sociali inesistenti.

Andando a guardare un quadro più locale, è pesante, molto pesante il crollo del Pd qui in Umbria, quasi ovunque sorpassato dal Pdl. Certi sistemi politici e culturali, che fanno di noi una "regione rossa" non durano in eterno. Dopodiché, particolarmente preoccupante il 3,59% a livello regionale della Lega Nord. Con punte del 10% in certi territori. Rega', in Umbria c'è più gente che ha votato per la Lega che per Sinistra e Libertà (3,55%). Questo è grave, è segno che la Lega ha smesso i panni di un movimento solamente localistico, ed è in grado di rappresentare le istanze, fondamentalmente egoistiche e xenofobe, di fasce della popolazione che magari fino a oggi se ne sarebbe ciecata di votarla.

Per le Amministrative, che pure ci riguardano da vicino, aspettiamo domani.

24 maggio 2009

Alternative

C'era una discussione secondo cui il Governo avrebbe i mesi contati, causa la disaffezione dell'elettorato cattolico. Mah. La valutazione pare improbabile (estremamente improbabile purtroppo), e già ci sarebbe molto da ridire sull'idea stessa di poter definire un "elettorato cattolico" come corpo sociale distinguibile.
Comunque.
Bella la storiella sull'affossamento prima ancora che nascesse di un Coordinamento straordinario delle Opposizioni. Il novello Fronte Popolare, che avrebbe la sua ragione di essere effettivamente a seguito delle ennesime derive plebiscitarie del Premier, che ripete come le Camere siano un inutile orpello e teorizzando l'appello al Popolo per un disegno di riforma (deriva plebiscitaria nel vero senso del termine) era stato teorizzato l'altro giorno da Vendola, di Sinistra&Libertà. Franceschini rilancia, limitandolo alle forze parlamentari, Pd Udc e Idv, persistendo quindi con l'idea suicida di marginalizzazione delle Sinistre. Di Pietro risponde che non è interessato (a che pro mischiarsi in un'iniziativa in cui non possa risaltare come unico protagonista?), l'Udc a questo punto chiaramente declina, che non vede la convenienza di diventare subito unico interlocutore del Pd. Bah!
Questo è il punto. Se anche veramente Berlusconi andasse in crisi, non c'è al momento nessun progetto alternativo che possa ambire a soppiantarlo.

26 aprile 2009

Dei rinnovati interessi resistenziali...

All'indomani di un bel 25 Aprile, passato tra commemorazioni, gite al Subasio in ottima compagnia e infine i Modena City Ramblers a Foligno, toccherebbe però spendere due parole su quello che è stata la novità politica della Festa della Liberazione del 2009, ossia dopo molti anni la prima partecipazione alle celebrazioni del presidente del Consiglio Berlusconi.
Boh. Franceschini ce l'aveva tirato a forza. Da un lato è sicuramente apprezzabile che finalmente tutti quantomeno a parole si riconoscano finalmente nei valori fondanti della nostra democrazia. Dall'altro però, rimane forse l'impressione che Franceschini abbia offerto un assist involontario, dando l'ennesima occasione di visibilità al nostro, che ha potuto rivestire i panni dello statista repubblicano al fianco delle popolazioni abruzzesi. E se non ci fosse stata tutta 'sta tiritera di Franceschini, con ogni probabilità Berlusconi sarebbe rimasto come di consueto a sguazzare nell'abituale brodo di confusioni storiche e politiche. Mah!

25 marzo 2009

Dare atto

Tocca dare atto che questo "Popolo delle Libertà" lo costituiscono veramente. Quando un anno fa si presentarono con questa lista alle elezioni, l'avevo considerata una mera trovata elettoralistica per conquistare il premio di maggioranza. E non vedevo ragioni politiche che giustificassero lo scioglimento di Forza Italia e Alleanza Nazionale. Adesso però An s'è sciolta, e questo weekend verrà fatto il congresso costitutivo. Le ragioni politiche di ciò continuano a non essere pervenute, specialmente per Alleanza Nazionale. L'unico per cui il Popolo delle Libertà rappresenta oggettivamente un vero successo, è Silvio Berlusconi, che con una base politica stabilmente sopra un terzo dell'elettorato si è assicurato politicamente per tutti gli anni che ancora toccherà sorbirselo nella vita pubblica.

Tocca dare atto che Dario Franceschini come segretario del Partito Democratico se la sta cavicchiando. Sarà che alcuni nodi vengono al pettine, ma c'è comunque bisogno di qualcuno che li faccia presente all'opinione pubblica. E Franceschini lo sta facendo. Nel Pd continua a mancare la strategia di lungo periodo (vabbe' anche del medio), ma comunque in certi periodi un po' meno Kennedy e un po' più ribattere ogni giorno punto per punto è utile.

Tocca dare atto che nei Giovani Democratici da ciò che posso vedere c'è in atto un vero ricambio generazionale negli organismi dirigenti. Almeno qua in Umbria, in tal senso ne vedo molti di compagni delle classi tra il 1984 e il 1988. C'è anche da dire che se non ora, quando, e l'incisività dell'organizzazione è ancora tutta da dimostrare. Ma intanto è positivo.

24 febbraio 2009

Franceschini: "Alla fine vinceremo"

La dichiarazione di domenica del nuovo segretario del Pd Franceschini: "Alla fine vinceremo", ricorda abbastanza una scritta fatta anni or sono sul davanzale del Galilei: "Bandiera rossa prima o poi dovrà pur trionfare". Visto l'andazzo, mi sa che se la giocano su quale delle due succederà per prima...
[potrebbe essere una stronzata, ma il secondo assunto dovrebbe essere stato ideato per la prima volta l'8 giugno 2002, nell'incazzatura seguita alla sconfitta contro la Croazia nei disgraziati Mondiali 2002]

23 febbraio 2009

Quesito ferrarese

Andando a controllare la caldaia (che il ritorno a Terni in genere significa acqua fredda), mi sono limitato a guardare quello che pareva il riverbero rossastro della fiamma guida. Vabbe', non era la fiamma guida, ma la spia che indicava anzi che la fiamma era spenta, ma tale vista, il bagliore della caldaia, m'ha improvvisamente rimandato a quindici anni fa, o giù di lì, quando a Ferrara, a casa dei nonni osservavo la fiammella della caldaia in cucina. Sopra al presepe.
Così pure l'altro giorno l'odore di un colluttorio m'ha rimandato il ricordo olfattivo del bagno della casa di cui sopra.

La domanda ora è: questo post è un'inutile esternazione di ricordi d'infanzia e altra robaccia intimisticheggiante, o una subdola e velata piaggeria verso il nuovo segretario del Pd, il ferrarese Dario Franceschini?
[o anche persino una citazione omaggio al mezzo ferrarese Giorgio Bassani e tutta la solfa dei ricordi che lo caratterizza???]