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15 aprile 2009

13 e 14 aprile 2008... un anno dopo

A un anno di distanza da quei due sventurati giorni del 13 e 14 aprile del 2008, ricordiamone pure la cronaca ormai.
Della domenica 13 in realtà c'ho poco da dire: probabile che sia andato in montagna, ma ero immerso nell'angoscia del voto a un'elezione che già si immaginava compromessa. E fino alle 18,40 circa, ora del voto all'Anita Garibaldi, l'angoscia di che votare. Anzi, fino alla cabina elettorale. Partito Democratico, progetto che non condividevo, ancor di più con la segreteria Veltroni, nella speranza di un improbabile vittoria? O un voto per la Sinistra Arcobaleno, formazione di cui riconoscevo tutti i limiti, ma comunque sicuramente più vicina alle mie idee e convinzioni?
Alla fine è stato un voto per la Sinistra Arcobaleno, ormai posso dirlo senza problemi. Voto assolutamente non convinto, ma col senno del poi altrettanto assolutamente non pentito. Che è andato disperso, però almeno c'ho la coscienza a posto che la mia parte per evitare la scomparsa parlamentare l'ho fatta.
Il lunedì poi, il 14 aprile, sveglia all'alba per raggiungere Perugia. Sì perché comunque avevo accettato di fare il rappresentante di lista per il Pd. Ahò una sorta di senso del dovere. A uno dei seggi di Perugia Centro presso la scuola media di via Pinturicchio, seggio disgraziato a maggioranza centrodestra. Lunga giornata al seggio, le piccole polemiche tra gli scrutatori, unico momento di svago il copistiere di qui sotto impanicato dalla visita del finanziere a un forno nei pressi per il pranzo.
Ore 15.00: si chiudono i seggi, e inizia a profilarsi il disastro. La piccola caruccia rappresentante di lista della SA sembra scomparire. Litigata con il rappresentante del Pdl, appoggiato dalla presidente di seggio, per un voto palesemente nullo (sulla casella doppia Lega-Pdl, una croce tracciata su ambo in simboli da parte a parte, cadendo l'incrocio di un 1 mm all'interno di uno dei due simboli la si voleva validare). Ore 21.30, si lascia il seggio, e a casa si vede la portata del disastro. Si sale a quello che era il Partito. Nelle stesse sale dell'ex segretario regionale, dove la notte tra il 10 e l'11 aprile 2006 si aspettò fino alle 3.30 per l'annuncio della fragile vittoria, l'Internazionale e lo spumante, si resta a parlare e commentare. I dati del Pds del '96 stanno appesi al muro, quasi a schernire. Ed ecco l'altro momento di svago della giornata, quando viene tirata fuori una grappa fatta in casa bella raschiante che pare acquaragia per consolare gli animi e Mignini attacca a parlare di vecchi ricordi di "Chateau-le-Plains".
Ore 1.10 del 14 aprile 2008. E' finita. Torniamo a casa. Piove.

8 novembre 2008

Cronache di una notte di elezioni presidenziali

Dalle 23.30 sale la tensione, la mano ogni due minuti a su Televideo. Che però stavolta nessuno azzarda previsioni dell'ultimo momento.
I risultati arrivano a rilento, spesso contraddittori.
Solo verso le 2.30, con la notizia della vittoria democratica in Pennsylvania, e buone notizie dalla Florida e dall'Ohio, la situazione inizia a schiarirsi. E quando un'ora dopo, alle 3.30, si apprende della vittoria in Ohio, conti alla mano per Obama la vittoria dovrebbe essere ormai certa. Passa un'altra ora, i repubblicani continuano a festeggiare (che cosa?), ma non ci sono sorprese. Bisogna aspettare le 5 di mattina, con la chiusura dei seggi della costa Ovest, solidamente democratici. E appena suona l'ora, annuncio della Vittoria!
Iniziano i festeggiamenti a Chicago, alle 5.15 McCain riconosce la sconfitta. Sono letteralmente commosso. Alle 6 Obama inizia il discorso.
Che me ne frega del letto, sto troppo eccitato, e mentre il cielo inizia a rischiararsi e arriva l'alba passeggio per Perugia.
Alle 7.20 il ritorno, doccia e colazione.
Hanno sponsorizzato la serata 3 l di tè, 4 caffè, 1 l di birra, nocino, grappino della festa, un tocchetto di pecorino e una bruschetta.
Qui il fotoracconto della notte.

6 maggio 2008

Per una sinistra popolare

Dopo il "deludente" risultato elettorale della sinistra, è indispensabile ritrovare il rapporto con le vere esigenze e problemi del popolo italiano.
Da un'analisi delle ultime visite di questo sito, in questo momento si concretizzano nel sempre attuale problema fica (specie Laura Albertin, che ricordiamo essere stata Miss Padania - il tema dei voti di sinistra andati alla Lega Nord), e nella pressante urgenza di maggio, i ragnetti rossi.
Se non un congresso straordinario, si auspica la convocazione a breve di una conferenza tematica che possa analizzare i problemi, per proporre strategie e campagne atte al fine.

30 aprile 2008

Calibro istituzionale

Sicuramente, e a maggior ragione con le attuali maggioranze parlamentari, l'idea della necessità istituzionale di affidare la guida di una delle Camere all'opposizione è peregrina.

Però certo Renato Schifani come presidente del Senato, seconda carica della Repubblica, è forse un po' eccessivo. Quando si dice il calibro istituzionale di un personaggio insomma.

29 aprile 2008

Pane e cicoria!

E' brutto forse dirlo, ma sul piano personale non si piange affatto sulla sconfitta di Rutelli, anzi, un pochetto ci si gode anche.
E probabilmente questo aspetto è stato tra i più determinanti per la grave sconfitta del centrosinistra a Roma, il ricandidare un uomo -Rutelli- già stato sindaco; sicuramente buon sindaco, ma che nel corso di questi ultimi anni è diventato uno dei personaggi più invisi all'elettorato di sinistra. Insomma, in un ballottaggio che richiedeva una buona capacità di mobilitazione, per un risultato al primo turno già in bilico e per un'astensione "festiva" molto pronunciata, Rutelli non era certo il candidato ideale.
Altri fattori hanno poi giocato, specie il radicalizzarsi dello scontro su una questione sicurezza pompata ad arte, che ha fatto passare in secondo piano un giudizio più di merito sulle buone prove di governo democratico della città negli ultimi 15 anni, e la congiuntura sfavorevole dopo l'esito del voto politico.
Peccato, che alla fine una sconfitta poteva anche starci benissimo, ma 7 punti di scarto e 100mila voti persi per strada in due settimane sono sicuramente una mazzata eccessiva e immeritata.
E adesso, con la Capitale saldamente in mano alle destre, veramente qualcuno potrà darsi a pane e cicoria. E sai che bel clima che potrebbe esserci a San Giovanni dopodomani.

28 aprile 2008

Sempre ottimista

Stamattina si diceva che comunque andasse a finire a Roma si era abbastanza ottimisti.
E certo, il risultato a Roma è assolutamente disastroso e grave e ci si ritorna domani, però quantomeno oggi non la si vede troppo nera (sarà anche che la simpatia per Rutelli è quella che è...) e nel bilancio della giornata il bicchiere è quasi mezzo pieno, apprezzandosi molto il colpo di culo del centrosinistra a Vicenza, che complice probabilmente un enorme calo dell'affluenza, per 500 voti è riuscito a conquistare un comune quantomeno difficile. E se il nuovo sindaco manterrà la promessa di bloccare l'espansione della base americana, il bicchiere si riempirà ulteriormente.

Ottimismo

Se Rutelli riesce a vincere il ballottaggio a Roma, quantomeno non sarà toccato all'Umbria eleggerlo al Senato, dove è capolista delle liste Pd; se perde a Roma, almeno non toccherà all'Umbria dover eleggere il quinto in lista al Senato, il rutelliano Francesco Ferrante dalle unanimamente non riconosciute qualità politiche.
A dirla tutta, il senso dell'intervento potrebbe essere ribaltato, a cominciare dal titolo, della serie che comunque vada eleggi male.
E a tal punto comunque resta preferibile eleggere un Ferrante qualsiasi in Umbria, piuttosto che un ben noto Alemanno a Roma.

22 aprile 2008

Proposte di viaggio

Con riguardo alle frequenti proposte di espatrio che in questi giorni vengono avanzate a seguito del risultato elettorale, la Spagna è il nome che ricorre piu' spesso.

Qui si ripropone la vecchia idea della Svezia, terra di picchia, welfare state, socialdemocrazia e neve, e anzi, viva l'ottimismo, si rilancia con il Nepal, dai maoisti vittoriosi, e new entry il Paraguay, che un presidente ex vescovo liberazionista dopo 60 anni di destre e dittature è di gran classe.

Senza contare quanto poi sarebbe piu' esotico, e soprattutto con maggior potere d'acquisto, un esilio in Asia o in Latinoamerica.

16 aprile 2008

Analisi e autocritica

I dati
Il Partito Democratico è andato molto sotto le attese. Attese che per qualcuno arrivavano persino alla vittoria, e per molti erano di una sconfitta onorevole alla Camera, e il "sabotaggio" del Senato con almeno un quasi pareggio. Invece col 33,2% dei voti vuol dire che si è rimasti piantati al 2006, facendo il pieno come al solito solo nelle regioni rosse in cui si può contare su quella che era la presenza organizzativa diffusa dei Democratici di Sinistra; tutti i sacrifici e i bocconi amari ingoiati invece per cercare voti nell'elettorato moderato (Calearo per fare un nome a caso) sono stati invece piuttosto inutili, o comunque hanno determinato avanzamenti minimi vanificati da uscite verso Italia dei Valori o peggio a destra.
Sinistra Arcobaleno. Veramente un disastro incredibile. Specie nelle regioni come l'Umbria, dove sono arrivati a perdere il 75% dei voti. Sicuramente in parte è una perdita virtuale, però questa virtualità porta a escludere dalla rappresentanza politica forze che avrebbero qualcosa da dire. Dove sono andati i voti? In parte astensionismo, in parte a ingrassare lievemente il Partito Democratico o, per gli irriducibili antiveltroniani, l'Italia dei Valori. Molti sono stati gli errori della dirigenza della SA, a partire dalla candidatura stessa di Bertinotti, non certo il leader più adeguato per questa campagna. Si è pagato poi il non essere riusciti a presentare un vero progetto politico, come per contro tocca rendere atto a Veltroni, ma solo un cartello elettorale a scopo di sopravvivenza. E l'aver impostato la campagna in maniera troppo conflittuale anziché competitiva, specie verso il Pd. Questi i fattori che hanno impedito di guadagnare nuovi voti. E anzi a perderne, specie combinati con il miraggio del voto "utile", alimentato (ad arte o con convinzione, questo è da vedere) dal Partito Democratico, per cui larga parte dell'elettorato della SA ha scelto di votare comunque l'alleanza Pd-Idv nella speranza malriposta di riuscire a competere per il raggiungimento del premio di maggioranza ed evitarsi, se tanto toccava stare all'opposizione, a doverla fare a un gioverno Berlusconi.
[per chi ha un po' di tempo da perdere, vada a vedere un po' di dati sul tracollo dei partiti della SA in Umbria, che c'è roba ai limiti dell'incredibile]
Italia dei Valori. Nel centrosinistra, l'unico partito con un vero risultato positivo, alimentato da una quota di voti antiveltroniani provenienti dalla Sinistra, e soprattutto dal clima "antipolitico" dell'ultimo anno, che hanno fatto guadagnare un credito politico assolutamente immeritato per un partito personale vagamente conservatore senza una vera progettualità politica, che in un paese normale (ossia senza Berlusconi) starebbe senza dubbio saldamente a destra.
Udc. Oggettivamente ha retto bene una situazione sicuramente difficile, riuscendo a resistere alle sirene del voto utile grazie forse anche a una quota di elettorato ex Margherita. Certo eh, se toccava superare lo sbarramento regionale al Senato solo per fare eleggere Cuffaro, potevamo anche tutti risparmiarcelo.
Maggioranza. Tutto nelle aspettative nel complesso, tranne il raddoppio della Lega Nord. Non so e non voglio indagare sulle ragioni di un tale successo, in proporzione anche in regioni come l'Umbria. Però so solo che è veramente preoccupante.
Ho evitato i Socialisti per pietas.

Prospettive
Per la Sinistra italiana sono nere. E' il punto peggiore raggiunto nella storia repubblicana. Si tratta di ricostruire da capo una cultura di sinistra in Italia, ricercare l'egemonia, tornare a rappresentare i ceti popolari, ricostruire soggetti politici di massa. Se vogliono farlo i partiti della Sinistra Arcobaleno, devono cambiare radicalmente, che sono tutto tranne che di massa, e troppo spesso scadono nel massimalismo senza dare rappresentanza degli interessi di cui si ritengono portatori. Il Partito Democratico allo stesso modo è a un bivio, e deve ridiscutere molte delle scelte fatte fin ora dal gruppo dirigente veltroniano, a meno che non voglia essere un partito tendenzialmente moderato sostenuto dal voto dell'elettorato post comunista.

Insomma il lavoro da fare è tanto e di portata storica, le premesse scarseggiano e i leader anche.
Parafrasando Mao, tutto va bene.

15 aprile 2008

Il disastro

Un primo commento? Solo nel 1948 forse si andò peggio; solo che allora forse fu anche un bene che andarono così, e almeno si aveva la speranza concreta in un mondo diverso, migliore. Oggi neanche più quello.

13 aprile 2008

A sette ore dall'inizio del voto

Giunti ormai all'ora triste dell'apertura dei seggi elettorali per le elezioni politiche 2008, considerazioni sulla campagna elettorale conclusasi venerdì sera a mezzanotte.
E' stata atipica rispetto alle altre vissute fino ad ora. Rispetto al 2001 e al 2006, molto più breve. Causa elezioni anticipate, si è svolta in due mesi scarsi, mentre le altre volte di fatto era partita ancora in autunno. Estremamente polarizzata poi su Partito Democratico e Popolo della Libertà, con gli altri soggetti politici oggettivamente penalizzati ed emarginati, con una tendenza (perniciosa) all'instaurazione di un bipartitismo coatto.
E' stata una campagna anomala però soprattutto per i temi trattati, anzi, non trattati. Gli unici argomenti di dibattito sono stati prima il discorso sulla "utilità" del voto, quindi l'Alitalia, oggetto di indebite speculazioni elettoralistiche, infine la presunta incapacità dell'elettore medio italiano di capire che tocca mettere la croce su un solo simbolo... Solo negli ultimi 10 giorni si è alzato un po' il clima, con qualche sparata nel complesso trascurabile. I partiti maggiori stavolta neanche si sono presi la briga di riportare promesse, più o meno fasulle, sui manifesti elettorali.
Veltroni è oggettivamente riuscito a condurre una buona campagna, ha ottenuto visibilità, è riuscito a dettare l'"agenda". Ma impostandola in fondo tutta sull'adesione ideologica al progetto del Partito Democratico, più che su programmi più o meno caratterizzanti.
La campagna di Berlusconi è stata incredibilmente sottotono, o per la sicurezza data dai sondaggi, o per una stanchezza dell'uomo.
Personalmente, l'ho trovata una campagna triste.
E fastidiosa per l'uso massiccio dei banner su internet da parte dei vari schieramenti.
Prospettive: dalle parti del Pd di ottimismo se ne è visto tanto, reale, e a tutti i livelli. E' anche vero che qualunque sia l'esito finale alla Camera, quasi ogni risultato sarà comunque spendibile positivamente se considerate le condizioni di inizio febbraio. Oggettivamente una vittoria alla Camera pare molto improbabile, mentre al Senato il risultato è facilmente in bilico. Quali potrebbero essere gli sviluppi con una doppia maggioranza parlamentare, è impossibile dirlo. Ed è meglio forse neanche pensarci.
Per la Sinistra Arcobaleno la situazione pare difficile. L'argomento-ricatto del voto utile solo al Pd contro Berlusconi è forte, e molte sono le incertezze per una formazione costruita in due settimane per la necessità elettorale di evitare l'estinzione parlamentare di una serie di distinte tradizioni. E c'è il rischio di ulteriori emorragie a sinistra, verso i settari frazionisti (fatemi usare questa terminologia per una volta!) delle ex minoranze di Rifondazione Comunista.
A destra, c'è l'incognita dei voti di Alleanza Nazionale. La concorrenza de La Destra è forte, nei confronti della classe dirigente finiana praticamente scomparsa nel corso delle elezioni.
Grossi spazi per l'Udc non credo ci siano, l'elettorato centrista puro ormai è ridotto a poca cosa, il grosso s'è polarizzato ormai da anni (a destra...)
Lasciamo stare per pietà il Partito Socialista...

Il sottoscritto... come va, va male. Certo, può andare male o può andare peggio, e naturalmente mi auguro che se è che vinca Veltroni. Fatto sta che però mi ritrovo a neanche otto ore dall'inizio delle votazioni ancora indeciso, e con una serie di buone ragioni per non votare né Partito Democratico né Sinistra Arcobaleno. Però qualcosa toccherà scegliere.

Buon voto a tutti.

12 aprile 2008

Cabala aggiornata

L'esito di quanto sotto: come nel 2006, anche nel 2008 l'ultimo giorno di campagna elettorale ho passato, un po' a culo, un esame di diritto amministrativo. E sempre con 25...
Anche l'esito del big match elezioni sarà similare? Che poi, mezza sconfitta, mezza vittoria, è da decidere come valutare anzitutto.

11 aprile 2008

Cabala

Venerdì 7 aprile 2006, giorno di chiusura della campagna elettorale, venni chiamato all'appello di Diritto Amministrativo. E, così come le elezioni due giorni dopo, in qualche modo si passò.
Due anni dopo, venerdì 11 aprile, giorno di chiusura della campagna elettorale, si va all'appello di Diritto Amministrativo Avanzato... vedremo stasera che conclusioni trarne.

5 aprile 2008

Maturità

Una prova del fatto che l'Italia non è una democrazia normale è che si attacchino i manifesti elettorali solo dopo la mezzanotte.

28 marzo 2008

Mappa!

Questo rega' è un sacco bulo. In pratica un test che ti posiziona in una ipotetica mappa rispetto alle posizioni dei vari partiti. Un po' agghiacciante forse, considerato che mi piazza a un passo dall'Italia dei Valori. Però divertente.

21 febbraio 2008

Pierferdi Che Casini

Absente computere (sì signori a grande richiesta proprio lui un ablativo assoluto!), causa non si sa bene che, e  trovandosi a Terni senza bravi coinquilini o pubbliche biblioteche da sfruttare a tal fine, si coglie l'occasione per un paio di riflessioni a scoppio ritardato. O meglio sono già scoppiate, il ritardo è altrove.

La gestione dell'alleanza con l'Udc - se la gestione delle alleanze fatta da Veltroni è scandalosa (riassumendo, frattura dell'unità dei progressisti a sinistra, ricatti ai Socialisti, alleanza col secondo peggiore -Di Pietro, secondo dopo Mastella e prima di Diliberto tra i worst of della fu Unione- e partita ancora aperta, ma con tutti i vizi di cui sopra, per i Radicali, la partita di Berlusconi ha dei tratti semplicemente insensati. Scioltosi Fini (il coerente, la persona perbene e dalla schiena diritta) in un listone unico con Forza Italia, con essenzialmente l'intento di sbancare al massimo ove possibile i premi di maggioranza regionali al Senato, non si  capito perché abbia tirato così tanto la corda con l'Udc, rifiutando una semplice allenza. Va bene voler massimizzare i profitti, ma l'essere arrivati all'indurre Casini a (ri)rompere l'alleanza col resto del centrodestra non pare una gran mossa. Poi vabbe', alla fine la prova del nove ci sarà ai voti di fiducia e alla trattative post-voto, e nel caso di vittoria delle destre non potrebbero non esserci enormi problemi a ritornare per l'ennesima volta sui propri passi. Vedremo.

Fidel Castro - prende un po' male l'idea del suo ritiro. Forse si è solo sentimentali e Cuba non è niente di più che dittatura, ma quantomeno piace pensare che dietro ci sia di più, un'Idea che nonostante una serie di vizi e una situazione esterna pesantissima sia riuscita in qualche maniera a rappresentare una possibilità alternativa con dei risultati. E Fidel rappresenta in buona parte tutto ciò. Gracias Comandante! Venceremos!


[il titolo del post è ripreso da uno sketch del 2002 di Neri Marcorè e Serena Dandini a "Mmh!", su Rai2]

13 febbraio 2008

Alleanze...

Cominciata ormai la campagna elettorale, non ci si può evitare un commento sulle scelte intraprese da Veltroni, e il Pd dietro di lui.
Tocca rendere merito a Veltroni, che sconta una posizione di partenza di indubbio svantaggio, di essere riuscito a partire all'offensiva, dettando lui le regole, i tempi e i temi anche al centrodestra. Ma la scelta di rifiutare un'alleanza organica con la Sinistra Arcobaleno la reputo un fatto molto grave. Indubbiamente ciò è funzionale all'obiettivo primo di Veltroni, ossia di creare un soggetto politico realmente nuovo, che superi i vecchi schemi della politica italiana. E ciò sta significando anche superare quella che è, o era, l'identità di sinistra. Il Partito Democratico non è un partito di sinistra. Ma neanche di centro. E' semplicemente qualcos'altro. A molti ciò piace. Per me invece significa distruggere l'idea che una forza politica di sinistra, autonoma e maggioritaria, possa ambire a governare l'Italia.
Dopodiché si potrebbe aggiungere che a fare anche un discorso meramente elettorale il voler correre da soli è una scelta piuttosto egoista, funzionale per avere un risultato (blandamente) migliore, ma suicida per le ipotetiche speranze di vittoria.
L'idea dell'Unità del centrosinistra, e in specie della Sinistra, ha accompagnato tutta la mia formazione, e forse è la cosa più simile a un'ideologia che abbia. E in questi giorni la stiamo seppellendo, fratturando l'unità d'azione delle forze progressiste italiane.
Anche tutta la gestione delle trattative per le altre alleanze, specie con i Socialisti, sono state improntate da grande arroganza, con la condizione prima di sciogliere le formazioni. E il Pd si ritrova al momento con il solo Di Pietro alleato, ossia l'unico di cui avrei fatto volentieri a meno.
Compagni, la situazione è piuttosto pesante. Di fatto, ancora mi trattengono solo i rapporti personali di stima e amicizia creatisi in quest'anno all'interno della sezione. E anche su questo lato, uno strappo s'è consumato ieri sera, alla prima riunione del direttivo della nuova sezione, quando da solo mi sono espresso pubblicamente e ho votato contro il candidato unico alla segreteria, per assoluta contrarietà all'imposizione di un candidato unico venuta dal comunale, che hanno voluto spartire le segreterie delle unità di base territoriali per quote, prima ancora che per i nomi.