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21 febbraio 2012

Veltroni sull'art. 18... dieci anni

In molti già hanno scritto sulla disgraziata intervista di Veltroni a Repubblica, non sarebbe necessario aggiungere granché, le posizioni espresse si commentano da sole.
"Santuari del no che hanno paralizzato l'Italia per decenni". A parte che lo dice per perifrasi, non ha neanche il coraggio di dirlo esplicitamente che riterrebbe l'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, la norma che prevede il reintegro, nelle aziende sopra i 15 dipendenti, del lavoratore licenziato senza giusta, una norma ingiusta che da 40 anni starebbe bloccando e facendo danni all'Italia. E costui proverrebbe dal PCI, è stato segretario del PDS, in tantissimi si sono entusiasmati per lui nel 2008.
Neanche dieci fa, nella primavera del 2002, la CGIL di Cofferati guidava una grandissima mobilitazione, vittoriosa, contro ipotesi di modifica dell'art. 18 molto più blande di quelle che circolano oggi, sulle quali probabilmente il governo interverrà con l'ennesimo decreto. Una mobilitazione, quella del 2002, che segnò l'inizio di una grande riscossa contro il berlusconismo, vittorioso nel 2001, sino al culmine raggiunto con le Regionali del 2005. Anni in cui però, col senno del poi, abbiamo perso a sinistra una grande occasione, visto che nel contempo cominciavano a germinare molti dei problemi con cui ci scontriamo oggi. Dieci anni dopo, ci ritroviamo con un Veltroni che sposa tesi che a stento i falchi di Confindustria, e daje e daje, un martellamento quotidiano dei media su questi temi, e questa è la cosa più preoccupante, che stanno lavorando con successo a creare opinione, snaturando ulteriormente quello che è rimasto, o diventato, la sinistra italiana.

15 ottobre 2011

Grazie per la comprensione signor Bombassei!

"I giovani ogni tanto è giusto che scendano in piazza, l'importante è che siano propositivi."
Alberto Bombassei, vice presidente di Confindustria, poc'anzi.

Grazie per la comprensione signore, troppo buono!

30 settembre 2011

Egemonia?

Un esempio random per capire che c'è qualcosa che non va.
In questi giorni, sui giornali d'area di centrosinistra/sinistra prima titoli e paginate sulla CEI, che aveva espresso un giudizio critico su Berlusconi, quindi su Confindustria e oggi i giovani industriali. Il nostro pensiero collettivo, "narrazione" in senso lato, ce lo facciamo dire da altri, che di volta in volta sembrano diventare le guide. Anno scorso era Fini. Frattanto, sempre Travaglio.
Sembriamo tutti diventati incapaci di proporre una analisi politica nostra, di sinistra. O meglio, magari qualcuno la fa pure, ma la si ignora. Tipo ieri, un'intervista a Stefano Fassina, personaggio piuttosto in gamba, responsabile economico del Partito Democratico, non l'ultimo arrivato, che se parla una sua legittimazione ce la dovrebbe avere. In essa, ha detto svariate cose molto condivisibili, sull'Europa che continua a proporre (Trichet) politiche economiche neo-liberiste che già si sono rivelate fallimentari, a insisterci in nome del pareggio di bilancio ci trascinano in un disastro sociale. Analisi interessante, con buona dose di autocritica. (altra questione, che c'entri col PD, ok). Oh, qualcuno che avesse reagito. Niente. Repubblica non ha riportato una reazione che fosse una, e oggi in prima pagina le proposte confindustriali, e tutti a dire che belle e buone.

12 settembre 2008

Colpe

Se nel disastro Alitalia, tra il governo che ha fatto saltare la trattativa con Air France e in questi mesi ce ne ha messo del suo, e la paraculaggine degli imprenditori nostrani, buoni solo a spartirsi quasi senza neanche il rischio imprenditoriale le spoglie della compagnia, con un "piano industriale" inaccettabile per esuberi e condizioni contrattuali, va a finire che si dirà che la colpa del fallimento della trattativa e dell'azienda è stata del sindacato e dei lavoratori, beh me ce incazzo.

28 agosto 2008

Non è per cattiveria

Ma come si può avere stima e fiducia della classe imprenditoriale industriale italiana, che dopo anni di silenzio, esce fuori al completo solo per spartirsi le spoglie di ciò che rimarrà dell'Alitalia dopo il "piano di risanamento" in via di approvazione in questi giorni?
Ci sono tutti, i Benetton, i Colaninno (di pretese idee progressiste...), Marcegaglia (attuale presidente di Confindustria), Tronchetti Provera e la Pirelli, Riva, Intesa-Sanpaolo (Agnelli alla lontana), Ligresti, Caltagirone tra gli altri.
Tutti pronti, dopo aver scaricato per l'ennesima volta le passività e i costi allo Stato, a spartirsi senza rischi e per poco i resti di un'Alitalia con 7mila dipendenti in meno, una flotta e rotte estremamente ridotte, senza più alcun hub. E dopo averci fatto l'utile, magari rivendere il tutto in Germania fra un paio d'anni.

E così sulle spalle dei lavoratori e dello Stato si scaricherà il peso di anni di politiche sbagliate, di ignavia imprenditoriale, e soprattutto la disgraziata e strumentale lotta fatta da Berlusconi contro l'accordo con Air France.

23 maggio 2008

Scavando a fondo

A prima vista la situazione non pare esattamente positiva: vengono approvati dall'oggi al domani provvedimenti quali il reato di clandestinità  moralmente inaccettabili e senza capacità di affrontare la questione immigrazione; coloro che a gennaio guidavano piazze violente sulla crisi dei rifiuti oggi militarizzano le discariche; questioni ambientali che richiederebbero quantomeno approfonditi dibattiti (nucleare e ponte sullo Stretto) vengono annunciate e programmate nel giro di 24h; si parla di cambiare le regole di ingaggio in Afghanistan (e allora si vorranno vedere le anime pie che sostenevano  -e aprivano crisi- sull'assunto che l'Italia al momento starebbe facendo una missione di guerra). E l'opposizione parlamentare tace, dicendo che l'importante è che venga preservato il "dialogo", e arriva quasi ad avallare pienamente le proposte neo-liberiste della Marcegaglia, di Confindustria. E i media battono la grancassa sul nuovo governo della Provvidenza.
Ok, la situzione è del tutto critica anche a una seconda vista.
Ma da inguaribili frontisti, si vuole segnalare l'unica buona notizia politica della settimana. Anche di una certa importanza tra l'altro. L'apertura del dibattito tra Partito Democratico e, almeno per il momento, Sinistra Democratica. Ossia se tutto va bene il superamento della teoria dell'autosufficienza "maggioritaria" che tanti danni ha portato in questi mesi. Per carità, la strada è lunga, e il discorso oltre che radicarsi dovrà allargarsi a diversi altri soggetti politici.
Ma il tempo appunto di sicuro non manca.

14 marzo 2008

Tragedie!

Una donna (budellaccio) a capo di Confindustria.
Può esserci qualcosa di peggio?

22 giugno 2007

Confindustrialate

Il sig. Montezemolo ha la bella idea di attaccare a testa bassa il Sindacato.
"Le nostre proposte sono più popolari fra i lavoratori che nel sindacato. Che è sempre più il sindacato della pubblica amministrazione e dei fannulloni."
Ripetiamo: ma che cazzu voli?
La seconda parte dell'affermazione può avere anche un fondo di verità, ma ci risparmiasse l'ennesima tirata sulle splendide qualità della classe imprenditoriale italiana, che è più ridicola che altro.

24 maggio 2007

Montezemolo (Luca Cordero di)

Il ben noto presidente di Confindustria dovrebbe essere alla fine del suo mandato. E oggi si scatena, e tutto fa pensare che in politica sia lui il primo deciso a entrarci.

Evitasse d'ora in avanti tutta sta pippa sulle magnifiche sorti, gli enormi meriti e le splendide capacità della grande classe imprenditoriale italiana, e si sporcasse le mani sul serio.