30 marzo 2011

Che tempi, ahò, che tempi! Cibo ribelle e feste ingegneria

Che tempi, ahò! Che tempi!
Rondini in cielo, fiori e prati verdi, e si sta chiusi in ufficio.
Un'amnistia di fatto, diniego di giustizia per centinaia di migliaia di procedimenti, spacciata per processo breve, e a rischio di approvazione in tempi rapidissimi.
Il cibo che si ribella, come testimoniato in questa foto agghiacciante della zebra che calcia un leone.



[foto in mezzo al post, che certi orrori bisogna fissarseli bene in mente a scopo catartico]

La Lega Nord, assolutamente tra i principali responsabili del casino a Lampedusa, con una legge sull'immigrazione che da dieci anni porta il nome di Bossi, e Maroni al Ministero degli Interni, che ci speculano sopra.

Per fortuna, in mezzo a tanto male, c'è ancora qualche bella notizia, che dà la forza di tirare avanti, tipo l'annuncio della Festa di Ingegneria 2011, in programma presso la Facoltà di Ingegneria di Perugia la sera del 9 giugno, o, il trovare un volume, seppur isolato, della storia del PCI di Spriano, sugli anni dal 1926 al 1928, sullo scaffale del libero scambio della BCT.

29 marzo 2011

In difesa di Benedetto XVI

Dice il saggio: se vengono in mente cazzate a raffica, preservale.
Ma che tocca fa'.
Manifesta malvagità a parte, oh, va alle Fosse Ardeatine, soprattutto fa vincere le Fere (rocambolesco 3 a 2 col Viareggio, dopo la benedizione del giorno prima in udienza).... tocca di' che le quotazioni papali sono in forte ascesa!
Dice che in cambio, per scrupolo, vuole daje un'attizzatina a lu poro Bruno Giordano. Che sai mai.

28 marzo 2011

La soluzione della crisi sbarchi a Lampedusa

Non per dire, ma una soluzione rapida ed efficace dell'emergenza immigrati a Lampedusa qua ce la si avrebbe: cessione immediata dell'isola alla Tunisia!
Suvvia! Ci fanno scomodo 'ste isole più vicine all'Africa che alla Sicilia? Tocca spendere probabilmente più soldi in assistenza (e senza neanche riuscire a farla) di quelli che si incamerano in tasse? C'abbiamo paura che Gheddafi ce le bombardi? E allora daje! Ci inventiamo una nuova fattispecie di diritto internazionale, rinunciamo alla sovranità su Lampedusa, Linosa, e se ci gira anche Pantelleria, le passiamo alla Tunisia, o a Malta per essere europeristi a tutti i costi, e via, ogni problema è risolto!

27 marzo 2011

Tris ternano 3 - Malvagità sprizzante, ternano udienzante

Grande affluenza di pubblico all'udienza "personale" della città di Terni dal Papa, brigata dal vescovo Paglia.
8000 persone (operai a essere precisi per il TG1), evidentemente intimoriti dalla malvagità che sprizzava dal manifesto dell'evento.

Tris ternano 2 - Il museo della Fabbrica d'Armi

Intervallo serio.
Che sbrocco la raccolta museale della Fabbrica d'Armi!
In pratica, un compendio esaustivo di tutte le armi da fuoco degli ultimi 140 anni.
Assolutamente, da farci uno sforzo, per rendere pubblica la raccolta (non solo nelle giornate FAI), organizzarla un po' meglio.

Tris ternano 1 - Alla facciaccia tua Giappone!

Sei giorni per riparare un'autostrada?
Beh, a Terni per mettere un tombino in via Mancini appena cinque!
 

25 marzo 2011

Il plurale di bardascia

Il plurale di bardascia è bardascie (sulla scorta di scia, scie) o è bardasce e fa una qualche eccezione localistica?
So' dubbi linguistici seri!

24 marzo 2011

Margaret Woodward. O degli orrori della guerra. O anche il sonno della ragione genera mostri.

L'operazione militare in Libia sta a prende una brutta piega."Maj. Gen." Margaret H. Woodward, una donna, è a capo delle forze aeree americane.
Fosse picchia!
Ripetiamo: una donna!
La comunità internazionale ha il dovere morale di intervenire.
[così come coi gatti, che dice in Italia ogni anno ammazzano 26.533.000 uccelli l'anno! terrore!]

23 marzo 2011

Il Giropizza di Baggiurro coi redneck

Il buon Baggiurro, amata pizzeria ternana degli anni '90, non solo ha recentemente riaperto, a Casali di Papigno (salendo da Campomicciolo, poco dopo il cimitero, sulla sinistra, prima del bivio per Papigno), ma il martedì sera tra l'altro fa il Giropizza, in cui per 8 € ci si può abbuffare di tutta la pizza che si vuole, con anche una birrettina inclusa.
E soprattutto c'è una clientela decisamente redneck.

21 marzo 2011

Sull'intervento militare in Libia

Insomma. Mercoledì pareva che nell'ignavia globale la rivolta libica stesse per essere schiacciata senza pietà, e oggi ci si ritrova sulla sottile linea della guerra C'è qualcosa da scrivere.
L'intervento occidentale è probabilmente arrivato troppo tardi. Era da muoversi tre settimane fa, quando si era in una situazione di stallo, con la rivolta che aveva da poco raggiunto il suo apice, e il regime di Gheddafi era ancora in grosse difficoltà, non avendo potuto organizzare la reazione militare che l'avrebbe rapidamente portato, come è avvenuto, sull'orlo della vittoria.
Allo stato a cui si era arrivati a metà della settimana scorsa, con l'esercito del regime giunto quasi alla riconquista di Bengasi, l'intervento militare autorizzato dall'Onu difficilmente poteva assumere forme differenti da quelle "pesanti" viste in questi giorni.
Cercare di fare una valutazione di quello che sta succedendo è estremamente difficile. Si parta dai presupposti. Il progressismo e l'antimperialismo del regime libico sono storielle propagandistiche, è un regime dittatoriale pesante, che va avanti da troppi anni, e altamente instabile, con un Gheddafi alla guida pericoloso per la Libia e per il mondo, con il quale colpevolmente abbiamo stretto rapporti eccessivi, molto al di là di quelli che la realpolitik avrebbe indicato.
C'è una rivolta, nata per caso, una protesta di piazza nata sull'onda di Tunisia ed Egitto, repressa nel sangue per una volta di troppo, e che nel giro di giorni si è sparsa per mezza Libia grazie soprattutto alla defezione di alcuni reparti dell'esercito; fallita però la spallata, l'impreparazione e l'improvvisazione della rivolta è emersa chiaramente.
Una scelta di campo per una delle parti mi pare che si possa e si debba fare, anche e soprattutto perché, nonostante tutti i limiti e le mancanze della ribellione libica, una sua fine rappresenterebbe un brutto arresto del movimento che sta attraversando il mondo arabo nella sua interezza, attualmente anche in Bahrein e Yemen, e che rappresenta uno dei più interessanti, e anche migliori, movimenti globali degli ultimi 20 anni. Da incoraggiare e sostenere fino in fondo.
Arriviamo al punto cruciale: anche con un intervento militare? In linea di principio, se del caso anche sì. Ma è una questione sottile, di sfumature. Deve essere il più limitato possibile, senza alcuna occupazione di terra, o attacchi contro altri civili. Se no, l'intervento assume tutta un'altra dimensione, e porterà inevitabilmente solo ad ulteriori tragedie e tensioni. Calandoci nel caso in questione, ancora è difficile poter dare un giudizio. Se l'intervento militare si limita strettamente a colpire le infrastrutture militari dell'esercito gheddafiano, e come a ora parrebbe -il condizionale è d'obbligo-, personalmente non mi trova allora contrario. Tutto sta se riuscirà o meno a rimanere entro questi limiti, e se ciò avverrà allora lo si potrà considerare raggiunto l'obiettivo di proteggere e sostenere il movimento di rivolta popolare libico, e sperare di riuscire a costringere Gheddafi a mollare. E qui ci sono i cazzi: in primo luogo lo spirito molto "bombarolo" e guerriero che pare ispiri molti, francesi in primo luogo, che sembrano partiti in quarta coi Mirage senza tante preoccupazioni, e poi soprattutto Gheddafi stesso, che dà l'impressione di essere molto ben disposto a non mollare con la repressione, e quindi a trascinare lui e la Libia dritti in una guerra da cui nessuno ne uscirebbe bene.
Ancora è presto per poter dare una valutazione di quello che è l'intervento militare in Libia. Da ciò che si capisce, parrebbe che per ora sia stato limitato strettamente alle infrastrutture militari di Gheddafi, e se così rimane, bene. C'è però un oggettivo problema di informazione, poiché non si può non fare la tara sulle dichiarazioni ufficiali, mentre l'altro fronte è completamente inaffidabile, fonte solo di propaganda, come quando tra venerdì e sabato, di fronte all'avanzata di terra e i ripetuti e pesanti scontri tra Bengasi e Misurata, il governo libico continuava imperterrito a dire che non vi era nessun combattimento in corso , e che stavano rispettando il cessate il fuoco in ottemperanza alla risoluzione dell'Onu (per questo sconcertano non poco alcune componenti del fronte "pacifista", pronti a bersi e prendere per verità ogni dichiarazione del regime di Gheddafi).
L'Italia. Dall'inizio della crisi, a oggi, la nostra politica estera è stato un susseguirsi di fallimenti e imbarazzi. Dopo anni di genuflessioni e baciamani, all'inizio della rivolta il sostegno a Gheddafi, quindi la sua denuncia; due settimane, situazione di stallo, e Frattini a insistere su necessità di fantomatici cessate il fuoco; si decide per la soluzione militare, e via, elmetto in testa, piena partecipazione, e qualcuno che straparla secondo cui dovremmo essere noi a capo della missione. Risultato: si canta e si porta la croce, e a quanto pare senza manco contare niente, viste le polemiche odierne di Frattini sulla necessità di un comando Nato. Al di là della presenza o meno dei vari "trattati di amicizia", suvvia, visti i poco onorevoli precedenti delle nostre relazioni con Gheddafi, tutto 'sto volontarismo è alquanto fuori luogo, si poteva conservare la decenza, magari limitarsi a fornire delle basi, ma il resto stop, non c'era alcuna necessità di mettersi in prima linea con aerei e tutto l'ambaradan. E invece no, la solita piccola politica del "è necessario partecipare per poterci sedere al tavolo dei vincitori" che sempre ci ispira, dalla Crimea nel 1856 all'aggressione alla Francia nel 1940.
L'opposizione alla guerra e le sinistre. Un po' di calma, prima di ricominciare con l'opposizione dura e pura a qualsiasi forma di intervento. C'è bisogno di vedere concretamente come si evolverà la situazione, che ancora è presto per dare giudizi definitivi, sia in un senso che nell'altro. Basta però con l'antiamericanismo a prescindere, che porta anche qualcuno ad appoggiare Gheddafi o chi per lui, e un po' di onestà intellettuale in più: al punto in cui si era arrivati, purtroppo non c'erano altre vie da seguire, figuriamoci se Gheddafi per davvero proclamava il cessate il fuoco, o se si potevano mandare realmente osservatori o forze di interposizione. Due settimane prima, forse, anzi probabilmente sì, settimana scorsa no. Altra cosa: certo che USA, GB, Francia intervengono in Libia, e magari no in altri paesi, per tutelare i propri interessi, economici e politici. Gli interessi ce l'hanno tutti (così come ce l'ha dall'altra parte la Germania, coi suoi contratti in Libia, ed è per questo che si spiega la sua titubanza). Ma non è che perché intervengono a sostegno anche dei loro -legittimi- interessi nazionali, si deve dimenticare l'importanza della rivolta in Libia e della necessità di un suo sostegno. Da ultimo: non facciamo diventare il principio di non ingerenza e di autodeterminazione dei popoli dei feticci. Ricordiamocelo che stiamo parlando di dittature. Si va ad affermare così che qualunque regime abbia il diritto di reprimere nel sangue ogni movimento democratico e di liberazione. Da sinistra dovremmo ragionare in ottica internazionalista, e saper valutare caso per caso. Se no, con lo stesso principio non toccherebbe dire nulla su Israele che opprime la popolazione palestinese, sulle repressioni militari che ancora oggi attanagliano parte dell'America Latina, sulla Cina e la Russia che non si curano di schiacciare ogni forma di opposizione (e infatti, Cina e Russia sono i capifila degli oppositori all'intervento in Libia). Per non parlare del sostegno attivo, anche armato, che nel corso del '900 è stato dato in tante parti del mondo, dalla Spagna ai movimenti rivoluzionari americani.

Beato chi è pieno di certezze.

Ragionare senza preconcetti, cercare di valutare nella sua interezza ciò che sta succedendo, e sperare che non finisca in un enorme casino per tutti, sia esso una guerra su larga scala in Libia, sia una vittoria della dittatura e della reazione.

18 marzo 2011

Il 17 marzo 2061, 200 anni dell'Unità, qualcosa da raccontare

Onorate le nostre radici celtiche, affrattellatici di italianità quanto mai, tenuto anche personalmente il discorso per i 150 anni dell'Unità al veglione St. Patrick's Eve - Viva l'Italia 2011, beh, nel 2061, settantacinquenne, qualcosa da raccontare ai nostri nipoti ce l'avremo.
Oppure meglio ancora, il comitato organizzatore dei festeggiamenti per i 200 anni d'Italia, sempre che ci arriviamo, lo faremo noi, andru che Ciampi e compagnia!
Balli e musiche in tutte le piazze, tavolate e birra e vino!

Viva l'Italia, e viva San Patrizio!

16 marzo 2011

La vergogna occidentale sulla Libia

Il comportamento che abbiamo tenuto, come Occidente in generale, verso la Libia insorta è stato assolutamente vergognoso.
Con l'improvvisa nascita della rivolta, tre settimane fa, gli insorti avevano possibilità di una vittoria immediata, con l'insurrezione a catena in moltissime città, gli scontri fino a dentro Tripoli, e le defezioni dell'esercito. Fallita però la spallata, era immancabile che con lo stabilizzarsi della situazione la capacità organizzativa e la netta superiorità militare di Gheddafi sarebbe avrebbe rapidamente ribaltato la situazione, preparandosi a schiacciare in poco tempo, come sta per avvenire, l'insurrezione.
Il mondo occidentale prima ha puntato tutto e soffiato anch'esso sul fuoco della rivolta, ma quando, nel momento di stallo tra le forze in campo, sarebbe stato il momento di muoversi concretamente per aiutarla, impedendo la controffensiva governativa o mettendo gli insorti di mantenere le posizioni contro un esercito organizzato, grandi parole, scomuniche del regime da parte di chi fino a ieri si intratteneva servilmente sotto le tende di Gheddadfi, addirittura minacce di interventi diretti, come sono venuti dalla Francia, ma alla prova dei fatti nessuno ha deciso di muoversi, le decisioni su un'eventuale no fly zone o risoluzioni dell'Onu sono state rimandate a data da destinarsi, e adesso a breve ci ritroveremo ancora più nella merda, con la Libia intera in preda alla repressione, e le nostre politiche estere ancora più sputtanate.
Intanto, rimuoviamo la notizia, che la tragedia in Giappone è arrivata giusto in tempo per permettirci di distrarci.

15 marzo 2011

No, Giovanardi no! Pateticità.

Oddio no! Anche lu poro Giovanardi dice che vuole lasciare il Governo, perché non hanno fatto altro che tagliare i fondi per il sostegno alle politiche familiari.
Eh. So' sempre i migliori che se ne vanno. O meglio che minacciano di farlo.
La Prestigiacomo, la Carfagna, Bondi, mo' Giovanardi.
Anche se oggettivamente la pateticità di Bondi "Ho fallito, spero che i miei successori riescano dove io ho fallito", e dopo aver cercato anche la comprensione del PD ai tempi della mozione di sfiducia, in nome dell'antica militanza comunista, non ha eguali.

14 marzo 2011

Atomica

Sul nucleare non è che si abbia mai avuta un'opinione aprioristicamente ostile, che i discorsi sulla maggiore autosufficienza energetica e sul fatto che comunque tutto intorno all'Italia le centrali siano molte sono argomenti a favore seri, e tocca riconoscere che alle volte la discussione è stata portata avanti e la si conduce ancora oggi in modo abbastanza irrazionale. E anche sul casino che sta succedendo in Giappone, tocca dire che un terremoto di tale potenza e soprattutto il maremoto che ne è seguito sono eventi assolutamente eccezionali, e assai raramente replicabili, e visto ciò che è avvenuto per ora è andata anche bene a Fukushima.
Però insomma, per quanto uno possa mentalmente aperto e ben disposto, che l'opzione nucleare comporti sempre dei seri rischi e dei problemi correlati ineliminabili è innegabile, così come che in Italia comporterebbe tutto particolari difficoltà.
Pensarci a fondo, prima di imbarcarsi allegramente sulla barca atomica, alla luce anche di ciò che sta succedendo, è doverosissimo, e fanno un po' specie persone come il "ministro dell'Ambiente" Prestigiacomo, secondo cui queste obiezioni sarebbero una "macabra speculazione messa in atto in Italia dagli anti-nuclearisti".

13 marzo 2011

Domenica sportiva

Del bello della professione forense.
Al Garden per un convegno sulla non contestazione ex art. 115 c.p.c., incrociare Ivan Basso, ricevere anche un mezzo sorriso da parte sua, e rendersi conto troppo tardi di chi fosse. Godersi però i meccanici della Liquigas e della Cervélo, squadre alloggiate all'albergo ternano per la tappa Narni/Chieti della Tirreno/Adriatico, al lavoro sulle bici.

Sport bis: torniamo dopo tanto tempo, tante delusioni e tante partite non viste, che erano li tempi a casa dell'amica Mari, a fare un cenno di rugby, per la grandissima vittoria 22 a 21 di ieri dell'Italia sulla Francia, al Flaminio!

[in foto, il grande Vincenzino Nibali]

11 marzo 2011

Antiamericanismo for dummies

Una delle cose più idiote che ci portiamo addosso, nella sinistra italiana, è un certo antimperialismo e antiamericanismo d'accatto, per cui ogni volta che succede qualche movimento nel mondo se per caso gli USA gli guardano anche solo non con ostilità, allora diventa automaticamente un qualcosa servo degli interessi americani, da osteggiare.
Il caso della Libia è emblematico. Solo perché a lungo Gheddafi e gli USA sono stati aspramente rivali, il dittatore libico diventa un baluardo contro l'Impero, e ancora oggi qualcuno si beve le balle dello pseudo socialismo del Libro Verde. E quando, quasi per caso, è iniziata una rivolta di popolo, com'è naturale ancora caotica e confusa, invece di appoggiarla si vanno a fare mille distinguo, ma com'è che c'hanno le armi, perché Libia sì Arabia no, la Libia c'ha il reddito pro-capite più alto del Nordafrica etc. E dato che gli USA mostrano simpatia per i rivoltosi, apriti cielo: invece di essere soddisfatti che non sostengano l'uomo forte di turno (come ad esempio hanno fatto, in zona, per decenni in Egitto), la rivolta libica diventa un complotto imperialista, e scordandoci gli ultimi 20 anni di regime gheddafiano, questi diventa un novello Fidel del 2011.
In tal senso, ha scritto benissimo Rossana Rossanda l'altro giorno sul Manifesto.
Bisogna smettere definitivamente i paraocchi del complotto americano e imperialista sempre e comunque, che rischiano di offuscare la visione e l'analisi che dovrebbe essere proprie dell'essere di sinistra, e di restare senza voce stretti tra l'appoggio a regimi antidemocratici ed ennesime "guerre umanitarie".

10 marzo 2011

Dai Ratti a... Area765!

Un'ottima ottima ottima notizia. Dopo che a Novembre, a seguito della scelta di Roberto Billi di abbandonare il gruppo, è stato annunciato lo scioglimento dei Ratti della Sabina, è notizia di ieri che il resto dei Ratti, (Stefano Fiori, Eugenio Lupi, Alessandro Monzi, Paolo Masci, Alberto Ricci, Valerio Manelfi, Carlo Ferretti) ha varato un nuovo progetto insieme, gli Area765. Questo il comunicato della bella notizia!




Area765.


Questo e' il nuovo nome che abbiamo scelto per continuare il nostro viaggio.

Un percorso che ha radici profonde, 14 anni di navigazione a bordo di una nave chiamata Ratti della Sabina.


Ora la nave, dopo un'avve
ntura incredibile, e' rientrata in porto, ma dalle stesse acque un'altra nave e' gia' pronta per un viaggio tutto da fare.

Porteremo con noi molte delle cose viste e raccolte sulle rotte percorse, altre invece le lasceremo indietro, conservandone per sempre l'idea ed i colori.

Noi stiamo per ripartire... e se provando emozioni ne regaleremo qualcuna anche a voi,sara' per noi la ricompensa piu' grande!!

9 marzo 2011

Revisionismo for dummies

Interessante tesi storiografica trovata su facebook: tra i tanti meriti di Mussolini, c'è quello di essersi alleato con Hitler, perché così facendo ha salvato l'Italia dalla conquista tedesca.
Mah.

8 marzo 2011

Se non ora, quando? (in limine carnevalis)

Oggi si festeggia la Festa della Misoginia!!!

7 marzo 2011

Una bella mattina di sole di marzo - Pensieri

Il sapore del luppolo al mattino.
Il fondare una setta di socialismo esoterico.
Pensieri.

6 marzo 2011

Neocat

Se comincia con "Dai, vieni all'incontro sui Dieci comandamenti", e se finisce a 25 anni a spigne la carrozzina con l'anello al dito.

4 marzo 2011

Primavera musicale

Caparezza, Van De Sfroos, Folkabbestia, e incrociando le dita dopo la delusione di "Onda libera", Modena City Ramblers... Tutti con un nuovo disco in uscita. Daje co' 'sta primavera!

3 marzo 2011

Pseudo sciopero generale

Sciopero generale, proclamato dalla CGIL.
Di 4 ore, il 6 maggio, fra due mesi.
Meglio che niente. E anche, meglio tardi che mai.
Però porca miseria, un po' più di coraggio. Uno sciopero generale di 4 ore, a due mesi da ora, non serve a niente. E' all'atto pratico quasi come non farlo, logorando uno strumento di lotta che sarebbe indispensabile e utile per cercare di dare una scossa e uscire dall'empasse e dal degrado politico, economico e sociale in cui ci troviamo.

2 marzo 2011

Il rischio dell'autoreferenzialità dell'indignazione della "società civile"

Nel giro di un mese, manifestazione di Libertà e Giustizia, poi quella in difesa della dignità delle donne, mo' in arrivo per la Costituzione e per la scuola pubblica; e prima ancora, da mesi a questa parte, indignazioni e manifestazioni della società civile a cadenza quasi mensile, con immancabili foto inviate dai lettori e Zagrebelsky di rito.
Cause giustissime tutte, e sempre bene che ci mobiliti.
Ma quando verrà il momento di che ci si decide di dargli un pieno contenuto politico alle manifestazioni di piazza? Che, a continuare in questa maniera, l'indignazione della società civile rimane sempre più qualcosa di estremamente autoreferenziale.

Comparazione antrologica tra picchia e callaro

Interessante articolo fotografico di taglio antropologico su Repubblica.it, una serie di istantanee scattate dopo un bicchiere di vodka.
Oltre a una scontata migliore performance del genere maschile, dall'esame accurato del materiale se ne deduce la superiorità antropologica generale della picchia (foto 5) sul callaro (foto 1).